L’aumento del costo delle materie prime di luce e gas sta mettendo in difficoltà diverse persone e gli scenari per il prossimo inverno non sembrano molto rosei. Per contrastare questi rincari un emendamento nel decreto Aiuti bis prevede un bonus a lavoratori e lavoratrici per poter affrontare la situazione.
Come funzione il Bonus bollette
Si tratta sostanzialmente di un aumento della soglia per i fringe benefit, i benefici che l’azienda sceglie di dare ai propri dipendenti. Alcuni esempi sono l’auto aziendale, le polizze assicurative e i buoni pasto. Con questo decreto è stato alzato il limite massimo di spesa a 600 euro e sono stati aggiunti dei servizi per aiutare le persone ad affrontare i rincari dati dalla crisi energetica potendo pagare le utenze di luce e gas con questi crediti.
Come arrivano i benefit?
Essendo somme erogate o rimborsate dall’azienda al lavoratore o alla lavoratrice (escluse dal reddito di lavoro dipendente ai fini Irpef) ci saranno due diversi metodi di erogazione del credito, come precisato in un approfondimento dalla “Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro”: “Il comma 1 dell’articolo 12, in particolare, consente sia l’erogazione diretta delle somme al fornitore della somministrazione del servizio (ipotesi evidentemente più complessa in quanto i canoni delle utenze sono di norma addebitate direttamente al titolare delle stesse), sia il rimborso delle spese sostenute direttamente dagli stessi lavoratori, previa documentazione di averne sostenuto il costo”. Tradotto, il credito avverrà con erogazione diretta o tramite rimborso in busta paga.
In deroga alla disciplina generale, le aziende possono anche fornire benefit oltre i 600 euro nell’anno d’imposta 2022, ma l’eccedenza sarà soggetta a imposizione fiscale.
Rimane un solo nodo da sciogliere, quello delle utenze intestate a un famigliare diverso dal beneficiario del credito, per cui non ci sono ancora informazioni certe. “Tenendo conto delle finalità della misura agevolativa, sarebbe auspicabile un intervento del legislatore volto ad allargare l’applicazione anche alle spese intestate a familiari conviventi per non vanificare l’applicazione ai lavoratori che non risultano gli intestatari delle utenze”, aggiungono.
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