Una notizia che, potenzialmente, potrebbe essere storica giunge da Paul Mahaffy, ex ricercatore del laboratorio di chimica di Curiosity’s Sample Analysis at Mars: il rover Curiosity, in missione sul pianeta rosso, ha recentemente trovato composti organici ricchi di carbonio. Questi elementi, almeno sulla Terra, sono collegati di sicuro a una forma di vita, e dunque questo potrebbe riaccendere l’annosa domanda: “c’è vita su Marte?”
“Stiamo trovando cose su Marte che sono allettanti e interessanti, ma avremmo davvero bisogno di più prove per dire che abbiamo identificato la vita. Stiamo guardando cos’altro potrebbe aver causato la firma del carbonio che stiamo vedendo, se non la vita.”
Marte ha caratteristiche profondamente diverse dal nostro Pianeta Terra, quindi le tracce di carbonio potrebbero essere arrivate sul suolo marziano con altri processi a noi non ancora noti.
Dalle teorie finora sviluppate dai ricercatori ci sono tre ipotesi: il carbonio potrebbe derivare da alcuni batteri che hanno prodotto metano, che a sua volta è entrato in contatto con i raggi ultravioletti e poi è finito sulla superficie rocciosa del pianeta. Un’altra ipotesi riguarda il prodotto della reazione tra anidride carbonica e raggi UV, mentre l’ultima presuppone che su Marte, molti anni fa, ci fosse un’enorme nuvola molecolare ricca di carbonio-12.
Come scrive Esquire, per avere risposte certe dovremo attendere ancora qualche anno, grazie alla nuova missione d Perseverance, ma intanto la curiosità si è sicuramente riaccesa.
Immagine di copertina: Il Radar italiano Marsis in azione su Marte, 2004, via LaPresse