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I cani possono fiutare il Covid negli umani: ecco come vengono addestrati

Un recente studio in Francia ha dimostrato che i cani possono essere degli ottimi allenati nell’individuazione di alcune patologie, tra cui anche il Covid. Intervistato da Il Corriere, il tenente colonnello veterinario Lorenzo Tidu del Centro militare di Grosseto ha confermato che, come per il riconoscimento dei tumori, i cani possono essere addestrati anche per riconoscere il Covid.


È merito della conformazione del loro naso, dell’estensione della loro

mucosa olfattoria particolarmente estesa e dell’elevato numero di neuroni olfattori presenti sulla mucosa stessa. Dopo aver prelevato un campione di sudore del soggetto potenzialmente positivo, il cane è in grado di segnalare molti composti organici volatili tra i quali i metaboliti derivati da infezioni virali come il Covid 19.


“Si parla molto spesso di volatiloma” — spiega il colonnello Tidu sulle pagine de Il Corriere — “cioè l’insieme dei composti organici volatili che organismi animali e umani possono emanare attraverso le ghiandole sudoripare eccrine ed apocrine e sebacee, per intenderci l’insieme dei composti liberati dalla cute dell’uomo che permette al cane di riconoscere, per esempio, una persona dall’altra. Questi composti, che possono essere rilevati dal cane e influenzati dal metabolismo interno dell’organismo che muta a seconda dalla presenza di alcune patologie. I cani vengono addestrati per riconoscere questi composti, così come avviene per il riconoscimento dei tumori alla prostata attraverso le urine del malato”.



Foto di archivio, via Wikimedia