Dopo il caso di Benedetta Pilato e le numerose polemiche scatenate dalle parole dell’opinionista Elisa Di Francisca, i commentatori della Rai hanno rischiato un’altra gaffe che avrebbe potuto suscitare nuove discussioni e critiche.
Questa volta la protagonista è stata la nuotatrice Francesca Fangio, che si è classificata settima nelle gare dei 200 rana femminili, mancando così l’accesso alla finale. Raggiunta da Elisabetta Caporale, Francesca si è trovata spiazzata quando la giornalista le ha detto che quella non era la sua giornata.
Come spiega TVBlog, quest’uscita infelice in realtà è stata causata da un momento di confusione generato dai colleghi in studio. Durante il collegamento Luca Sacchi era stato interrotto più volte per i motivi più diversi, quando sembrava arrivato il suo momento per intervenire è stato nuovamente stoppato dal collega Tommaso Mecarozzi, che gli ha detto: “Oggi non è la tua giornata perché da Elisabetta Caporale è arrivata Francesca Fangio”.
La giornalista ha sentito il commento e lo ha riportato erroneamente alla nuotatrice:
“Francesca, mi riferisco a quello che ha detto adesso Mecarozzi. Non è neanche la tua serata”.
La risposta di Francesca Fangio è perfetta
Gaffe e polemiche a parte, ciò che conta davvero è stata la risposta di Francesca Fangio, che, con poche parole, è riuscita a esprimere tutta l’emozione del momento e a ribadire che le Olimpiadi rappresentano solo una parte di un lungo percorso di preparazione. Il risultato finale non vanifica tutti gli sforzi e gli impegni fatti per raggiungere un traguardo così importante. Ecco le sue parole:
“Ho cercato di qualificarmi, e non è mai semplice in queste situazioni. Sicuramente posso nuotare molto meglio, e il tempo non mi soddisfa. Ma sono contenta perché me la sono goduta, sono andata senza ansia, l’atmosfera è strepitosa. Sono felice di essermi riuscita a godere tutto quanto […] Non mi aspettavo di riuscire a fare un’altra Olimpiade. Per i giornalisti magari è brutto sentirsi dire che è bello anche solo partecipare, ma per me lo è stato. È una bella emozione, a Tokyo non era esattamente così”.
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