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NBA Finals: vincono i Los Angeles Lakers di LeBron James

Chiamatelo finale a lieto fine, anche perché gli americani – va detto – della favola a lieto fine vanno pazzi: e il finale da favola, in un certo senso, è il finale americano per definizione, simile com’è al concetto simbolo del sogno americano. Nessuno poteva dire come si sarebbero conclusi questi play-off all’interno della bolla, ma la sola certezza è che (a differenza dell’Italia) il basket non si sarebbe fermato. E la bolla di Orlando, gestita con tutto il perfezionismo necessario, ne è stata la prova.



Perché un lieto fine? Dopo la scomparsa di Kobe Bryant, il 25 febbraio – data della commemorazione della stella dei Lakers e della figlia Gianna – LeBron James giurò al mondo intero che avrebbe portato i Lakers al titolo e che lo avrebbe fatto per Kobe. Uno degli sportivi più determinati (e determinanti) sulla faccia della Terra, fu diretto. Quel giorno fece una promessa in piene stile hollywoodiano: e questa promessa, stanotte, è stata mantenuta. E’ una favola a lieto fine, anche se – sportivamente parlando – può non piacere a tutti. Eppure è questo il finale che tutti rincorrono: il finale perfetto, come quello di un film, perché questo non è più solo e soltanto un campionato di basket americano, ma è soprattutto una storia da raccontare. Intanto Los Angeles porta a casa il suo 17esimo anello, grazie anche all’innesto di Davis ed eguagliano così, il numero di anelli vinti dai rivali di sempre: i Boston Celtics. Per Lebron James, dal canto suo, il premio come MVP di queste Finals, così fiabesche, così hollywoodiane.



Immagine di copertina tratta dal profilo Twitter dei Los Angeles Lakers.