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Chiara Ferragni: concluse le indagini per truffa aggravata, ecco la risposta dei suoi legali


La Procura di Milano ha annunciato di aver chiuso le indagini preliminari riguardanti Chiara Ferragni e altre persone coinvolte nell’ipotesi di truffa continuata e aggravata. Le indagini si concentrano su alcune operazioni commerciali legate a iniziative benefiche, come il “Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni” e le “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – Sosteniamo i Bambini delle Fate”. Le operazioni, che combinavano la vendita di prodotti con finalità caritatevoli, sono ora al centro di un’accusa secondo cui i consumatori sarebbero stati ingannati riguardo all’effettivo impatto benefico dei loro acquisti.


Le accuse della procura: milioni di euro di profitti ingiusti


Le indagini della Procura di Milano si sono focalizzate soprattutto sull’aspetto della trasparenza nelle operazioni promozionali. Le autorità accusano Ferragni e i suoi collaboratori di non aver fornito informazioni chiare e dettagliate sull’effettivo utilizzo dei fondi raccolti, creando una falsa percezione di maggiore generosità nei confronti delle cause benefiche promosse.


Secondo il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, le indagini hanno portato alla luce una serie di comunicazioni fuorvianti, apparentemente pianificate per indurre i consumatori a credere che l’acquisto dei prodotti in questione contribuisse direttamente a cause benefiche. L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato non solo a Chiara Ferragni, ma anche a Fabio Damato, ex collaboratore dell’imprenditrice digitale, e agli imprenditori Alessandra Balocco e Francesco Cannillo. L’accusa principale sostiene che la campagna promozionale legata al pandoro e alle uova di Pasqua avrebbe ingannato un numero imprecisato di acquirenti in tutta Italia, facendo leva su sentimenti di solidarietà e altruismo.


Dalle indagini emerge che l’ingiusto profitto contestato a Chiara Ferragni ammonterebbe a più di 2 milioni e 200 mila euro. Questa cifra, secondo i magistrati, è stata ottenuta sfruttando situazioni che avrebbero reso difficile per i consumatori comprendere appieno la reale destinazione dei fondi. In altre parole, le campagne pubblicitarie avrebbero approfittato della buona fede degli acquirenti, facendo credere che i loro acquisti avrebbero avuto un impatto benefico maggiore di quanto effettivamente fosse.


Le dichiarazioni degli avvocati di Chiara Ferragni


Gli avvocati di Chiara Ferragni, in risposta alle accuse, hanno dichiarato di essere fiduciosi che l’intera vicenda si risolverà in modo positivo. Hanno affermato che non ci sarebbero rilevanze penali e che i profili più controversi della questione sono già stati affrontati e risolti in sede di AGCOM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Secondo i legali, la posizione di Ferragni è limpida e la magistratura saprà riconoscere l’assenza di dolo nelle azioni della loro assistita.


Foto: LaPresse.