La prossima settimana esce in libreria “Sul mio corpo”, l’autobiografia di Emily Ratajkowski. La modella non ha certo bisogno di presentazioni, con i suoi 28 milioni di follower su Instagram è oggi una delle top model più conosciute al mondo.
Nel libro la Ratajkowski racconta come è evoluta la sua carriera e come è cambiato il rapporto con il suo corpo. Essere una delle donne più desiderate d’America le ha dato sicuramente un senso di potere sugli uomini ma al tempo stesso l’ha spinta verso una crisi profonda. “Ho un seguito di milioni di persone e, tra pubblicità e campagne, ho guadagnato più di quanto mia madre, professoressa di inglese, e mio padre, insegnante di disegno, potessero sognare in una vita” – ha raccontato intervistata dal Corriere – “Ma la verità è che mi sono sentita sfruttata e sminuita. Nei giorni buoni, quando mi sentivo giudicata solo come un bel sedere, riuscivo a liquidare quegli sguardi come sessisti. Nei giorni bui, detestavo me stessa e ogni decisione presa mi sembrava un errore clamoroso. A vent’anni, non capivo che le donne che traggono potere dalla bellezza devono quel potere agli uomini di cui suscitano il desiderio. Sono loro a esercitare il controllo, non noi”
Nel suo libro Emily Ratajkowski non si sente in diritto di dare giudizi, ma oggi non consiglierebbe ad una giovane ragazza di fare questo lavoro. “Non direi mai a una giovane di non intraprendere la carriera da modella” – conclude – “Ho scritto questo libro per portare una testimonianza, non una soluzione. Purtroppo”.
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