Fausto Brizzi è una fonte inesauribile di creatività. La sua voglia di raccontare emozioni traspare e supera le barriere di categoria.
Dopo aver raccontato gioie e dolori di questa Italia, in chiave sempre leggera, ma riflessiva, ha deciso di consegnare alla carta stampata una nuova storia che aveva voglia di raccontare.
Il 5 novembre, infatti, è uscito il suo primo romanzo “Cento giorni di felicità”, che ha già ottenuto una strepitosa accoglienza all’estero.
Sono una dozzina, infatti, gli editori stranieri che pubblicheranno il libro nei loro Paesi: Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia, Usa, Brasile, Israele, Turchia e Australia.
Il primo amore non si dimentica mai! Fausto Brizzi, infatti, dopo aver raccolto i frutti di questo lavoro narrativo, tornerà al cinema il prossimo 19 dicembre con Indovina chi viene a Natale?
Imperdibile, come sempre!
Cento giorni di felicità
Fausto Brizzi
Einaudi
Lucio Battistini ha una vita come tante, a parte quel nome insolito, dovuto alla passione della madre per Acqua azzurra, acqua chiara, che ha sancito un’adolescenza da sfigato. Oggi ha un lavoro, una squadra di pallanuoto da allenare due pomeriggi a settimana, seppur con miseri risultati, due figli e una moglie che ama. Peccato che lei lo abbia appena sbattuto fuori di casa perché ha scoperto che l’ha tradita. Lui ripara nel retro-bottega del suocero, pasticciere famoso in tutta Roma per le sue ciambelle, e proprio allora l’amico Fritz viene a fargli visita, senza alcuna intenzione di andarsene. Anzi, a doversene andare sarà proprio Lucio, e per sempre.
“Amico Fritz” è il nome con cui Lucio chiama il cancro che lo sta uccidendo: ha solo tre mesi di vita davanti a sé. “Stavo per vincere e invece mi hanno dato un rigore contro al 90º”. Dopo l’iniziale disperazione, Lucio decide di vivere i cento giorni che gli restano fino in fondo. Per riconquistare la moglie, insegnare a nuotare a suo figlio, dimagrire e presentarsi all’appuntamento con la fine in forma smagliante. Soprattutto, vuole fare un viaggio con la sua famiglia, una seconda luna di miele in compagnia dei figli. Per dare un ultimo gustoso morso alla vita. Per lasciare a chi resta una traccia di sé: della felicità che esistere, nonostante tutto, ha saputo regalargli.