Capofila della lotta al turismo di massa è stata Venezia che da questa estate diventerà a “numero chiuso”. Significa che per poter entrare nella stupenda città dei canali bisognerà prenotarsi e pagare un’extra tassa. L’obiettivo è quello di ridurre il numero giornaliero di turisti e turiste che vogliono visitare la città, rendendola così più vivibile per tutti e tutte e soprattutto più gestibile e tutelabile dal punto di vista ambientale.
Oggi si unisce a questo obiettivo anche l’Alto Adige perché la provincia autonoma di Bolzano ha deciso di mettere i paletti al turismo di massa e controllare il numero di persone che possono accedere al territorio.
L’Alto Adige diventa a “numero chiuso”: le ragioni
“Ci siamo accorti che il nostro territorio, la nostra comunità e le nostre risorse come acqua ed energia erano arrivate a un livello di sfruttamento che non doveva e poteva più essere superato. In questo modo il turista starà meglio, avrà un’offerta di qualità e staranno meglio anche i residenti.” Ha dichiarato Arnold Schuler, assessore della provincia autonoma di Bolzano.
È una svolta “unica in Italia, ma forse anche a livello europeo” come sottolineato da Schuler. La provincia autonoma di Bolzano implenterà un sistema che farà si che non si supereranno i 34 milioni di pernottamenti annuali che equivale alla quota di turisti registrati nel 2019.
Il limite si rifà ai pernottamenti, significa dunque che i visitatori di giornata non troveranno ostacoli. Per mantenere questo numero verrà imposto anche il divieto di creare nuovi affittacamere o di mettere a disposizione nuovi posti letto in case private.
Tutelare l’ambiente, i residenti per fornire un servizio migliore anche ai turisti; ecco le ragioni che hanno spinto l’Alto Adige a diventare a “numero chiuso”.
Foto: Daniel J. Schwarz – Unsplash