L’ecosistema sta cambiando sempre più: la colpa è spesso dell’uomo e di alcune attività e atteggiamenti che potrebbero essere evitate. Come ad esempio lasciare, o peggio ancora, gettare dei rifiuti in mare, che finiscono per intralciare, modificare o mettere in pericolo la vita di tantissime specie marine.
I polpi, ad esempio, stanno modificando le loro abitudini, come dimostrato da uno studio pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin e condotto dalla University of Rio Grande in Brasile. Osservando 24 specie di polpi, lo studio ha rilevato che gli animali si rifugiano in vecchie bottiglie o persino in una batteria usurata, trasportando all’interno anche conchiglie e tappi di plastica. I dati sono stati ottenuti attraverso 261 segnalazioni e a immagini inviate dai cittadini di tutto il mondo, ma in particolare dell’Asia, tra il 2018 e il 2021 e indicano che oltre il 40% delle volte i polpi cercavano rifugio in oggetti di vetro, mentre nel 24% dei casi in quelli di plastica.
Lo studio è stato riportato dal sito ScienceDirect e da greenme.it con le parole dei ricercatori, i quali hanno sottolineato l’incredibile intelligenza e spirito di sopravvivenza dei polpi, ma che tuttavia non può essere abbastanza per giustificare quanto accade nei nostri mari. Il rischio per questa specie è sempre molto elevato, se pensiamo a quanti metalli pesanti o sostante chimiche nocive siano presenti nelle lattine, nelle bottiglie e in generale negli oggetti che finiscono (o possono finire) in mare.
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