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Cesare Cremonini alla mostra dei cimeli di Freddie Mercury prima dell’asta: la sua riflessione è perfetta


A Londra c’è stata una mostra (gratuita) che ha raccolto fan e appassionati da ogni dove: è stata realizzata dalla nota casa d’aste Sotheby’s e ha raccolto la bellezza di 1500 oggetti appartenuti al cantante dei Queen, Freddie Mercury: 1500 oggetti che – proprio in questi giorni – sono stati messi all’asta sempre dalla Sotheby’s.

La collezione che è all’asta da ieri e che lo sarà sino a domani, stando alle stime, dovrebbe fruttare circa 6 milioni sterline.
Tra i tanti fan accorsi a vedere i cimeli della leggenda dei Queen, c’è stato anche Cesare Cremonini, da sempre fan della band, che ha mostrato su Instagram dei video della straordinaria (e probabilmente ultima) mostra di questo genere dedicata a Freddie Mercury.




Cesare Cremonini alla mostra dei cimeli di Freddie Mercury


Cesare Cremonini ha visitato la strepitosa mostra con i cimeli di Freddie (cimeli che andranno dispersi, dunque) e che sono stati messi all’asta dalla storica amica di Freddie Mercury, Mary Austin, principale erede dei beni dell’indimenticabile cantante.


Proprio Cesare Cremonini, a proposito della dispersione dei cimeli appartenuti a Freddie Mercury – e che fino a poco tempo fa erano tutti riuniti – fa una riflessione corretta. La riflessione, va detto, che hanno fatto tutti i fan dei Queen, che se da un lato hanno potuto vedere un’ultima volta questi cimeli insieme, dall’altro hanno fortemente criticato l’operazione. La riflessione di Cesare Cremonini, è perfetta e rende l’idea di quella che potrebbe essere una perdita per il mondo musicale e culturale su vasta scala.


“Un ultimo pensiero prima di spegnere i miei riflettori su questo evento che non potevo non vivere al massimo.

Quello che so, soprattutto, è di non sapere. Non conosco i retroscena e le motivazioni intime che hanno spinto Mary Austin a mettere in vendita tutto, ed è un atto di rispetto nei suoi confronti non indagare. Non sono un giornalista. Sono un artista. Ma è proprio questo il tema. In questi giorni ho appreso moltissimo non solo sulla storia di Freddie Mercury, ma sulla mia vita. Per questo penso che l’asta, in prospettiva, sia una grande perdita, chiunque partecipi. So che Freddie Mercury non voleva un museo, solo la parola probabilmente gli suonava ammuffita ed è comprensibile (non credo che volesse nemmeno un’asta ma non è un mio diritto pronunciarmi su temi così personali). La signora Austin avrà pensato molto più a lungo di me prima di prendere questa decisione. Vorrei però parlarvi di tutti noi, in particolare dei ragazzi e delle ragazze che si affacciano al mondo, non solo della musica. Frammentare e disperdere ogni dettaglio di un tesoro integro che era stato pensato come tale, toglie al futuro una possibilità in più di comprendere non tanto la grandezza dei Queen (una rock’n’roll band non ne ha bisogno) ma un preciso messaggio, il messaggio più potente trasmesso da Freddie Mercury, secondo me.




La vita è arte. Tutto il resto è una semplice conseguenza.

Un messaggio che lascia intendere che non ci si inventa Freddie Mercury per caso. Che geni non si diventa senza incontro con chi è diverso da noi, senza studio, approfondimento, amore, passione, dedizione, cura. Che in definitiva siamo fatti di amore, di attimi di luce che ci distraggono dal dolore, ed è per questo motivo che l’arte è ciò da cui provengono tutti i nostri gesti, anche i più banali. E che senza arte ogni nostra azione resta tale, ma si svuota.

Detto questo, non rimane che dire grazie. Grazie Mary per averci comunque mostrato il suo universo. Buona fortuna!

Se volete un consiglio, se potete, fatevi un regalo che non dimenticherete mai. Andate a vederla. È gratuita e dura ancora qualche giorno.

Un bacio a tutti
Ce”



Immagine di copertina: IG Cesare Cremonini