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I Pooh contro il Festival nel post di Roby Facchinetti: “Perché nessun tributo per Stefano D’Orazio?”

Le parole di Roby Facchinetti, in effetti, non fanno una piega. Stefano D’Orazio è morto il 6 novembre del 2020, ma è indubbio il valore concreto che ha portato alla musica italiana. E’ inoltre legittimo tener conto del fatto che i Pooh, nel 1990, si aggiudicarono il Festival con “Uomini soli” e che nel corso della lunga carriera della band, hanno avuto modo di illuminare ed influenzare la musica italiana. No, parliamo di una persona qualunque e neppure di una band come tante altre. Dunque, come dice Roby Facchinetti, perché non si è pensato ad un ricordo per Stefano? Il post di Facchinetti non è breve, ma è pure vero che quei minuti mai sottratti al Festival di Sanremo, possono certamente esser spesi per leggere il ricordo di un membro della band, di un compagno d’avventura, ma soprattutto di un amico.


I Pooh contro il Festival nel post di Roby Facchinetti: “Perché nessun tributo per Stefano D’Orazio?”


Cari amici del Festival di Sanremo, cari amici della canzone italiana, ora vorremmo spendere un minuto delle nostre tante, tantissime, infinite ore di diretta per un ricordo davvero doveroso.

Basterà un minuto solo, credeteci.

Ma proprio dobbiamo onorare la memoria di un grande artista, di un esponente storico della canzone italiana più famosa e celebrata anche nel mondo, di un protagonista di questo stesso palco dove ha vinto con una delle canzoni più belle che abbiano mai vinto il Festival, “Uomini soli”, di una persona bella, franca, intelligente, leale.

Non possiamo insomma dimenticarci di mandare un applauso a Stefano D’Orazio, che con i Pooh ha rappresentato la stagione più fertile della nostra grande canzone italiana.

Questo palco, un Festival che si chiama “della canzone”, non poteva certo scordarsi di chiedere a voi, e a chi ci segue da casa, qualche secondo di attenzione per rivolgere un pensiero e un applauso alla memoria di Stefano D’Orazio.

Ciao Stefano, non ti dimenticheremo mai”.

Ieri sera sono rimasto sveglio quasi fino alle tre, cari amici, aspettando che Amadeus o chi per lui pronunciasse parole come queste.

Non per presunzione, o perché fossero pretese da me, dai miei amici per sempre, da Tiziana.

Ma perché il Festival di Sanremo le aveva promesse.

Anzi, garantite.

Il ricordo di Stefano era nella scaletta ufficiale, sia pure a ora tarda, ed in tale veste è stato confermato anche alla stampa. Tanto che quotidiani come L’Eco di Bergamo oggi riportano sia avvenuto, avendo dovuto chiudere le pagine ben prima che il Festival arrivasse a quel punto della scaletta.

Invece, parole come quelle che ho scritto sopra, o altre comunque con lo stesso senso, né io, né i miei amici per sempre, né Tiziana, né voi le abbiamo sentite.

E credo che allora non ci siano altre parole da spendere: sul Festival, i suoi autori, chi lo ha condotto.

C’è solo amarezza.

E poco importa si sia trattato di sbadataggine, ignoranza, trascuratezza o maleducazione.

Davvero, poco importano le cause. Resta, indimenticabile, il fatto.

E il mio commento al Festival di Sanremo 2021 non può che esaurirsi qui!

Buona domenica e ascoltate sempre buona musica.

Roby

#sanremo2021



Immagine di copertina: LaPresse