“La descrizione di un attimo” – pubblicato il 25 febbraio del 2000 – celebra i suoi 20 anni. Ascoltato, amato, celebrato. Non bastano ‘due destini‘ per descrivere “La descrizione di un attimo“, perché il terzo destino è quello che lo riguarda più da vicino: parliamo del successo di questo album che – a distanza di 20 anni – gode del potere (per nulla scontato) dell’eterna giovinezza. Perché – è opinione dei più – quest’album potrebbe esser stato pubblicato soltanto un giorno fa: merito dell’arrangiamento, merito dei testi. “La descrizione di un attimo“, è come “Il ritratto di Dorian Gray“: la sua eterna giovinezza – destinata a perdurare – è il legittimo contrappeso all’interno di un panorama musicale che spesso non trova la forza di vivere oltre il tempo che gli è stato dato. Del resto, fu proprio Oscar Wilde a dire che “La musica è l’arte che è più vicina alle lacrime e alla memoria“. “La descrizione di un attimo” – va detto – ha avuto il grande merito di saper leggere i rapporti tra le persone con tutta la delicatezza che di norma si confà alla poesia.
I due brani principali dell’album sono appunto “La descrizione di un attimo“, traccia da cui l’album deve il suo nome, e “Due destini“: proprio quest’ultimo brano, soltanto due anni fa, festeggiò la maggiore età, e lo fece con una versione inedita e cantata da Federico Zampaglione insieme ad Alessandra Amoroso.
Menzione speciale per i videoclip di questi due brani. Un occhio critico riconosce che nulla sia stato lasciato al caso, dalla regia allo script, fino alla fotografia, arrivando a sposare appieno Nietzsche, secondo cui, chi vince non crede al caso. E il successo di questo album, da tutto nasce, fuorché – appunto – dal caso.
“La descrizione di un attimo”: le tracce dell’album
Il Peggio Non È Tranquillo
Strade
La Descrizione Di Un Attimo
Due Destini
La Distanza
Muovo Le Ali Di Nuovo
So
L’Anima
Il Pesce
Roma Di Notte
Immagine di copertina tratta dal videoclip “La descrizione di un attimo”