(Adnkronos) –
Consumi di energia e delle emissioni di CO2 nella maggior parte degli immobili, tranne che nel settore alberghiero, che mostra un aumento significativo in entrambe le categorie. Lo rilevano gli aggiornamenti annuali dell’Indice ESG di Deepk che forniscono informazioni preziose sulle tendenze energetiche e ambientali in Europa, con un focus specifico sull’Italia.
La crescita nei consumi energetici (+17,8%) e nelle emissioni di CO2 (+11,9%) nel settore alberghiero potrebbe essere attribuita alla ripresa economica del settore. Questo sottolinea l’importanza di considerare non solo l’efficienza energetica degli edifici, ma anche il loro utilizzo e la gestione delle risorse in generale.
La diversificazione delle prestazioni energetiche in Italia tra i vari settori indica che le soluzioni e le strategie di miglioramento potrebbero essere specifiche per ciascun tipo di edificio. Ad esempio, mentre alcuni settori registrano una riduzione dei consumi e delle emissioni, altri, come gli hotel, possono richiedere approcci più mirati per affrontare le sfide ambientali.
La logistica in Italia mostra il maggior calo dei consumi energetici tra i settori analizzati, con una riduzione del 11,4%. Tuttavia, è importante considerare l’orario di funzionamento dei magazzini e le diverse prestazioni tra quelli per i prodotti freddi e quelli per i prodotti secchi. Le temperature elevate in Italia possono influire su tali prestazioni. In netta riduzione anche le emissioni di CO2, scese del 12,9%.
Gli edifici residenziali presentano una notevole miglioramento delle performance in termini di emissioni di CO2, con una diminuzione del 15% in un anno. Anche i consumi medi di energia sono diminuiti del 10%, scendendo a circa 81 kWh/m2, grazie anche a un clima più mite. Tuttavia, il settore residenziale affronta sfide come il numero di inquilini per abitazione, la distribuzione delle superfici da ristrutturare e l’indipendenza dei sistemi di riscaldamento.
Il settore sanitario italiano, che include ospedali, case di riposo e strutture sanitarie, è il più energivoro tra quelli analizzati, con un consumo medio di energia di 225 kWh/m2. Nonostante ciò, ha registrato una riduzione del 3,2% nei consumi di energia e una diminuzione più significativa del 7,7% nelle emissioni di CO2.