C’è grande attesa per la stagione 2 di “Lol – Chi ride è fuori”. Le nuove puntate saranno disponibili in streaming su Prime Video a partire dal 24 febbraio. Alla conduzione troveremo nuovamente Fedez, questa volta accompagnato da Frank Matano e da Lillo. Quest’ultimo avrà un ruolo molto particolare, sarà l’arma segreta che i concorrenti potranno usare per mettere in difficoltà gli avversari
Il cast è ricco di nomi importanti, ma il più atteso è sicuramente quello di Corrado Guzzanti. In pochi avrebbero scommesso sulla sua partecipazione al programma. Lui per primo non avrebbe mai creduto di accettare una proposta del genere. “Ho preso una decisione che ha stupito pure me stesso, appena ho accettato mi sono dato del pazzo” – ha detto Corrado Guzzanti intervistato dal Corriere – “Mi ero chiuso in un eccesso di comfort zone aggravato da due anni tappato in casa per la pandemia. Considero quest’esperienza uno sport estremo, come buttarsi con il deltaplano o fare bungee-jumping, avevo bisogno di uno choc terapeutico. È una decisione un po’ folle, perché è lontana dalla mia storia”.
Da sempre un grande appassionato di comici e di comicità tout court, Guzzanti ha seguito la prima edizione di “Lol” con una certa curiosità, scoprendo spunti molto interessanti. “Ho seguito la prima edizione perché volevo vedere cosa combinava mia sorella Caterina e ho trovato il meccanismo affascinante” – ha aggiunto – “Penso che questa reclusione sia un interessante saggio antropologico sui comici, ancora più interessante per gli addetti ai lavori: è dura dire tre battute e vedere che nessuno ride”.
Corrado Guzzanti dovrà vedersela con un cast davvero agguerrito. Oltre a lui vedremo Virginia Raffaele, Diana Del Bufalo, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Mago Forest, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza e Max Angioni. “È stato difficile a resistere a Virginia Raffaele e Maccio Capatonda” – ha commentato Guzzanti – “Nel gruppo c’era chi voleva disperatamente vincere e pensava alle strategie, chi aveva paura di rimanere solo e voleva uscire prima. Io ho vissuto quest’esperienza in modo più sportivo che competitivo, la vittoria al gioco non conta: per me non era importante non ridere ma far ridere chi guarda”
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