I recenti fatti in corso in Ucraina riguardano tutti e tutto, ed inevitabilmente hanno impatto sul quotidiano. Vale lo stesso anche sulla programmazione tv e su programmi come LOL, che è andato in onda proprio in questi giorni.
In molti hanno notato come i recenti fatti di cronaca, si siano accavallati ad un programma che ha fatto della risata il suo cavallo di battaglia, ed è proprio a riguardo che si è espresso uno dei protagonisti di questa edizione: Maccio Capatonda, il quale ha voluto dire la sua a riguardo:
Spero che la guerra non sia alle porte, ma alle porte chiuse. Seguo con partecipazione e sgomento quanto sta accadendo. È vero, LOL è uscito in un momento sbagliato, ma questo tipo di programmazioni – decise mesi e mesi prima – non si possono cambiare. Ferma restando la predominanza della cronaca e della guerra, penso che sia giusto che a tutti sia concesso di potersi ritagliare, a fine giornata, un momento di leggerezza, di svago e sfogo, che ti allontani dalla gravità del momento
Una intervista in cui c’è stato spazio non solo sulla guerra in Ucraina ma sul programma e sulla sua esperienza.
“Ho scoperto un altro me. Per me che non ho mai fatto nulla dal vivo ma girato video e film, è stata un’esperienza nuova, che mi ha aperto a nuove esperienze. Non l’ho mai fatto, ma ora penso che tenterò il teatro. Detto questo, LOL è stata esperienza difficile e bella, interessante: fuori dalle solite strade precostituite. Puoi fare di tutto, senza che nulla ti venga precluso. Non hai nessuna limitazione”.
E sui diretti antagonisti del programma afferma: “Guzzanti il più temuto!“
“Il mio personaggio è in genere abbastanza glaciale, poco espressivo in quel senso. Non mi era quindi difficile più di tanto. Ma lo stesso: ero con veri e propri mostri della comicità. Come resistere? Il più pericoloso per me era Guzzanti: un mito per me, da sempre. Con un umorismo che reputo affine al mio. È imprevedibile, ma ugualmente irresistibile quando (o forse ancora di più se) interpreta i suoi cavalli di battaglia, Vulvia, Venditti, il Poetino”.