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Vialli: “Ho paura di morire, ma la malattia non è solo sofferenza”


Dichiarazioni forti quelle di Gianluca Vialli, dirigente sportivo, allenatore di calcio e storico calciatore, entrato nel cuore di tifosi e non solo, rilasciate al settimanale Oggi, sul programma di Alessandro Cattelan in uscita su Netflix nelle prossime settimane.


Al centro delle parole un tema serio e quanto mai profondo: la morte. Gianluca Vialli è intervenuto come uno dei protagonisti del programma di Cattelan “Una semplice domanda” che andrà in onda dal 18 marzo sulla piattaforma di streaming Netflix. Nel format tv si susseguiranno importanti personalità, con cui Cattelan scambierà delle chiacchiere molto profondo riguardo la loro vita.


Vialli in occasione del programma parla della sua malattia e di come questa abbia influenzato i suoi giorni:


Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire


Parole che fanno riflettere, che commuovono e rendono ancora più profondo il personaggio, capace di emozionare con le gesta calcistiche generazioni di tifosi. Vialli continua:


Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato


E sebbene il contrasto tra vita e morte sia costante, la vita resta pervicace e determinante. Per Vialli è una sfida, una sfida da affrontare.


La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita – e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno – è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh…


Zero a Zero palla al centro!