Milano – Un disco con partecipazioni illustri, da Ligabue a Carmen Consoli, da Elisa a Luca Carboni, per festeggiare i 20 anni di carriera e una versione 2.0 di sé stesso, dopo un cambio completo dello staff che lo aveva accompagnato fino a poco tempo fa. Gianluca Grignani, espansivo e complicato come ci si aspettava, ha presentato negli studi della Sony a Milano il suo nuovo progetto discografico: “Una strada in mezzo al cielo”, con l’omonimo inedito e i suoi brani più celebri arrangiati secondo il gusto del cantautore ed eseguiti con altri nove nomi della scena italiana. Un nuovo sguardo su successi come “Destinazione paradiso”, partendo però da una premessa, per così dire metodologica, di un certo tipo. “Ho capito che le rockstar non esistono. Io le sognavo, sono arrivato lì e il giorno dopo mi ero già stufato”.
In conferenza Grignani ride, si arrabbia, a volte appare stanco seppur sempre combattivo, e parla di tanti “sogni infranti” che poi sono diventati le sue canzoni. Per questo gli abbiamo chiesto come si conciliano queste delusioni con il successo che poi il suo lavoro ha riscosso. “Si conciliano – ci ha detto – come le persone che lavorano e che si fanno un mazzo tutta la vita e per le quali ogni piccolo risultato che gli arriva diventa un enorme successo personale, perché se lo sono guadagnato, ecco”.
Il senso di conquiste da confermare giorno dopo giorno in qualche modo si percepisce come un bisogno fisico in Grignani, ma guai a chiedergli se oggi guarda alle sue canzoni degli anni passati come a dei figli. “Io ho quattro figli, guardo solo a quelli. Una volta finite, le canzoni sono di tutti”.
Oltre al disco, Grignani ha annunciato anche due date live a Milano il 1 dicembre e a Roma il 3 dicembre, oltre a una serie di piccoli concerti quasi a sorpresa in giro per l’Italia che vengono annunciati con poco preavviso per tornare, nelle parole dello stesso cantante, a fare che la musica sia vicina alla gente.