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E se potessi capire cosa ti sta chiedendo il tuo gatto? È arrivata un’App che traduce il linguaggio felino


Chiunque abbia un gatto in casa sa quanto possa essere affascinante, e allo stesso tempo frustrante, cercare di capire cosa pensi quel misterioso animale che ti guarda con occhi impenetrabili. Dal miagolio mattutino che forse significa “Buongiorno” (o più probabilmente “Colazione subito!”) ai ronfii soddisfatti sul divano, ogni gatto comunica a modo suo, ma spesso è difficile capire esattamente cosa voglia dire.


Immaginate quindi un’app capace di tradurre i miagolii in parole umane: non sarebbe un sogno per tutti i “genitori” di felini? Proprio questa è l’idea alla base della nuova tecnologia che promette di abbattere la barriera linguistica tra noi e i nostri amici pelosi.


Esiste un’app per tradurre il linguaggio dei gatti


Si chiama MeowTalk ed è un’app sviluppata dalla società di ingegneria software Akvelon, che mira a “tradurre” i miagolii felini in frasi comprensibili agli esseri umani. Ideata dagli ingegneri Sergei Dreizin e Mark Boyes, l’app si basa su un sistema di riconoscimento vocale simile a quelli dei comuni assistenti vocali, combinato a machine learning per interpretare le sfumature dei miagolii e le intenzioni dei gatti, come richieste per cibo, attenzioni o segnali di disagio.


“I gatti hanno un vocabolario”, ha raccontato Dreizin a National Geographic, “e più li ascoltiamo, più impariamo a comprenderli”.


L’applicazione utilizza un database in continuo aggiornamento per associare suoni specifici a una lista di interpretazioni tipiche, come il classico e pressante “Dammi da mangiare!” o richieste di coccole. Ogni volta che il gatto vocalizza, l’app elabora il suono e restituisce una possibile interpretazione, che i proprietari possono valutare e migliorare per adattare l’app alle espressioni uniche di ogni gatto.


Il processo di apprendimento di MeowTalk è infatti collaborativo: man mano che si usano le funzioni dell’app, gli utenti possono etichettare e correggere le interpretazioni fornite, permettendo così al software di personalizzarsi. Per esempio, ogni gatto ha un modo differente di esprimere la fame o la richiesta di attenzioni, e il sistema impara dalle risposte dell’utente a perfezionare le traduzioni.


MeowTalk ha suscitato curiosità e anche qualche critica, soprattutto per l’affidabilità delle interpretazioni. Tuttavia, questa tecnologia vanta un 70% di affidabilità media con picchi del 99%, avvicinando il momento in cui la “lingua” dei gatti sarà ancora più decifrabile e comprensibile per i proprietari.


Foto di Tony Wang su Unsplash