In autunno, uno degli spettacoli naturali più affascinanti arriva sui cieli italiani: la migrazione delle gru verso l’Africa. A novembre, decine di migliaia di gru (Grus grus) attraversano la nostra penisola, dirigendosi verso le più miti terre africane, francesi e iberiche, dove sverneranno fino alla prossima primavera. Riconoscibili per la loro eleganza e la particolare formazione a “V” in cui volano, le gru regalano un momento unico a chiunque riesca a vederle.
Dove avvistare le gru in Italia seguendo le rotte migratorie
Le gru sono solite migrare in stormi numerosi, che a novembre diventano protagonisti delle due principali rotte migratorie italiane. La prima, detta “rotta alpina,” attraversa il Nord e l’Est Europa fino alla Penisola Iberica, passando sopra la Pianura Padana e concentrandosi in particolare in Piemonte e Liguria, dove le Alpi costituiscono un ostacolo naturale per il loro volo. Qui, il territorio funge da punto di passaggio strategico e da “porta d’accesso” verso la Francia.
L’altra rotta migratoria, detta “rotta balcanica,” attraversa il Mar Adriatico e passa sopra le regioni centro-meridionali d’Italia, concludendosi sullo Stretto di Messina e in Sicilia. Questi luoghi rappresentano un vero e proprio ponte naturale verso l’Africa per numerosi uccelli migratori, che approfittano del passaggio stretto per riprendere il viaggio.
La migrazione autunnale delle gru offre dunque innumerevoli possibilità di avvistamento: non solo nelle regioni settentrionali e lungo lo Stretto di Messina, ma anche nelle grandi città come Milano e Napoli, dove gli uccelli possono transitare inaspettatamente. Le zone umide, i pascoli e le praterie aperte, però, sono i punti migliori per poterli osservare. Qui le gru, affaticate dal lungo viaggio, spesso si fermano per riposare e rifocillarsi prima di riprendere la migrazione.
Come riconoscere le gru in volo
Riconoscere una gru in volo è piuttosto semplice: questi uccelli trampolieri, dal piumaggio color cenere, volano tenendo zampe e colli ben distesi, creando una forma simile a una croce. La caratteristica più visibile è la formazione a “V” che adottano durante il volo, utile per risparmiare energia durante i lunghi spostamenti. Il loro caratteristico richiamo “krru krru krru” – da cui deriva il nome stesso “gru” – li rende anche facilmente riconoscibili all’udito.
La migrazione delle gru, dopo decenni di declino, è un evento sempre più comune in Italia grazie alle leggi che proteggono queste magnifiche creature e i loro habitat. Un tempo spettacolo raro, oggi rappresenta una testimonianza di resistenza e adattamento della natura che, anno dopo anno, continua ad affascinare e incantare chi ha la fortuna di assistervi.
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