Durante questo periodo di estrema emergenza anche le azioni più piccole possono fare la differenza. La studentessa del Kentucky Ashley Lawrence ha iniziato a cucire in casa propria mascherine trasparenti per i non udenti in modo che possano leggere le labbra dei medici o delle persone che incontrano quando escono di casa.
Questo tipo di protezioni sono già presenti sul mercato ma, come tutti i prodotti simili, ormai sono molti difficili da reperire. Aiutata dalla mamma, Ashley ha riadattatoun modello di mascherina disponibile su Internet aggiungendo una parte di plastica trasparente. Inizialmente ha usato lenzuola e altri materiali che aveva in casa, in seguito ha lanciato una raccolta fondi su GoFound Me per acquistare tessuti più specifici. In pochi giorni la sua storia ha fatto il giro del mondo: Ashley è stata contattata da moltissime associazioni e ha già spedito decine di ordini.
Anche in Italia il problema era già stato sollevato in più occasioni. Lo scorso 20 marzo la presidente de Il Quadrifoglio, un’associazione culturale di Ravenna impegnata nella promozione dello sport e della cultura per persone affette da disabilità, aveva inviato una lettera a diversi quotidiani locali per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema.
“Non è la prima volta che persone sorde, che si recano presso il pronto soccorso, rimangono lì per un’intera giornata (quando va bene) completamente isolate dalla comunicazione” – si legge nella lettera – “Gli operatori devono giustamente parlare con la mascherina, ma le persone sorde capiscono per la maggior parte anche dal labiale. Ragione in più per avere sempre a disposizione una persona capace di tradurre in lingua Lis (dove la stessa può segnare in tutta sicurezza anche con la mascherina). Questi sono solo una parte dei problemi della comunità sorda, in quanto chi non si trova a dovere convivere con persone che abbiano questa disabilità non può capire la notevole difficoltà nel vivere la quotidianità”.
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