Una scoperta avvenuta per caso da Davide Persico, professore di Paleontologia dell’Università di Parma e sindaco di San Daniele Po (Cremona), impegnato in un’escursione per l’osservazione del fiume.
L’obiettivo dell’escursione era un altro, ma in quel punto dove il grande fiume incontra l’Adda, qualcosa ha attirato l’attenzione del professore e di conseguenza quella è diventata la priorità del giorno. Il ritrovamento di un teschio appartenente ad un Homo Sapiens ha stupito il professore e il suo team.
Ritrovato un cranio di Homo Sapiens nel letto del Po
“Eravamo impegnati in un’escursione per l’osservazione del fiume e la scoperta è stata del tutto casuale. Ho segnalato immediatamente il ritrovamento alla sovrintendenza archeologica e faremo studi approfonditi”, ha raccontato Persico. La datazione, ha aggiunto, “è ancora incerta perché devono essere effettuati tutti gli studi necessari, ma è sicuramente arcaico e ritengo possa risalire al paleolitico”.
È stato lo stesso professore a scegliere il nome: “Perché Acamar? Perché la costellazione di Eridano (antico nome del Po) ha la forma di un fiume la cui sorgente è indicata dalla stella Cursa, si snoda verso sud e compie l’ultima ansa in corrispondenza della stella Acamar. Il fossile di Homo sapiens è stato trovato proprio nel grande meandro di Isola Serafini, che somiglia a quella parte di costellazione”.
“Il ritrovamento dei resti del cranio di un antico Homo sapiens nel Po dimostra come il grande fiume continui a giocare ‘a nascondino’ con le tracce dei nostri antenati, seppellendole e facendole riemergere in virtù dei suoi fenomeni alluvionali, proprio come aveva già fatto con il cranio dell’uomo di Neanderthal Paus scoperto nel 2009”, ha commentato il paleoantropologo Giorgio Manzi, dell’Università Sapienza di Roma.
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