Il 31 ottobre del 1975 i Queen pubblicavano “Bohemian Rhapsody”. È una pietra miliare della loro carriera nonché una delle canzoni più folli e al tempo stesso geniali di tutta la storia del rock. Sei minuti scarsi in cui convivono una ballad romantica al pianoforte, la musica operistica e il rock più aggressivo. Ogni parte si lega in maniera armoniosa alla successiva. L’ascoltatore si dimentica della lunghezza del brano e non vede l’ora di rimetterlo da capo appena finito.
Quella di “Bohemian Rhapsody” è una grande storia di successo e la risposta del pubblico all’omonimo biopic di Bryan Singer e Dexter Fletcher che ne ha tratto spunto per raccontare la vita di Freddie Mercury – ad oggi il film musicale più visto di sempre – non può che confermarlo. È una canzone su cui nessuno avrebbe mai scommesso, in primis i discografici che poi l’hanno pubblicata.
La storia è nota a tutti: “Bohemian Rhapsody” è diventata popolare per merito di un dj, Kenny Everett, che aveva ricevuto una copia in via confidenziale e, contravvenendo agli accordi presi, ha trasmesso la canzone nel suo programma su Capital FM. Gli ascoltatori impazzirono e presero d’assalto la sede della radio chiedendo dove comprare il disco, in realtà non ancora pubblicato. L’enorme richiesta costrinse l’Elektra Records a promuovere la canzone come primo singolo dell’album “A Night at the Opera”.
Il capolavoro dei Queen ci insegna che le regole, soprattutto quelle imposte dal mercato discografico, sono fatte per essere violate. Tanti auguri “Bohemian Rhapsody”, oggi compi 47 anni ma non li dimostri affatto.
Immagine di copertina: cover album