Addio al canone Rai addebitato direttamente in bolletta elettrica: l’Unione europea ha infatti chiesto all’Italia di scorporare la tassa sulla televisione pubblica dalla bolletta, poiché ne altera il valore, e dunque dal 2023 le buste che riportano i nostri consumi energetici saranno più “leggere”.
Sabato scorso, il 16 aprile, il governo ha accolto con favore l’ordine del giorno del gruppo Misto, cambiando di fatto le modalità con cui dovrà essere pagato il canone a partire dal 1° gennaio 2023.
Le ipotesi sul tavolo sono molteplici e guardando tutte gli altri modelli europei: quella del 730, ad esempio, sembrerebbe la via più plausibile, seguendo quanto avviene in Francia, dove, dal 2005, i francesi pagano la tassa in aggiunta a quella sulla prima casa con un versamento di 138€ (contro i 90€ italiani attuali). Tra l’altro, potrebbe essere prevista anche una riduzione del canone italiano, che scenderebbe sotto la quota attuale e farebbe un po’ più felici gli italiani, già alle prese con il periodo di rincari che interessano il settore energetico.
Altri modelli che vengono presi in considerazione sono quello britannico e svizzero – dove una società stata si occupa del recupero crediti, un po’ come la nostra Agenzia delle Entrate – o quello israeliano, dove il canone per la tv avviene assieme alle tasse sull’automobile.
Altre due ipotesi potrebbero essere l’abolizione definitiva del canone, come accaduto già in Paesi come Norvegia, Spagna, Belgio, Ungheria e Russia, oppure tornare al metodo “volontario” implementando però i sistemi di pagamento, come PagoPa o la rateizzazione della tassa. Ma questo potrebbe comportare un rischio di evasione, tornando così al problema del 2014, quando quasi il 30% degli italiani non pagava il canone Rai.
La decisione definitiva sulle modalità di pagamento per il canone avverrà con la prossima Legge di Bilancio, prevista per la fine dell’anno.
Immagine di copertina: iStock