I venti di guerra, hanno portato sull’Italia – e non solo, va detto – il conto (salatissimo) di una crisi energetica che si fa sempre più profonda. Cristi energetica che ha posto il governo italiano nella condizione di cercare urgentemente nuove forniture di gas e metano, al di fuori della Russia. Gli aumenti sono e restano molto pesanti, ma se da un lato, sino a ieri il problema è stato quello dei riscaldamenti, tra non molto arriverà il caro bolletta a causa dei condizionatori accesi. L’obiettivo chiave dell’Italia è quello di arrivare prima degli alti paesi, oltre a spezzare la dipendenza tra il Belpaese e la Russia.
Tra pochi giorni – con l’inizio di maggio – partirà la cosiddetta “operazione termostato“. L’emendamento al decreto bollette, prevede una regolamentazione rispetto all’uso dell’aria condizionata negli uffici pubblici. Tolte le case di cura e gli ospedali, negli edifici pubblici i condizionatori dovranno restare a 27 gradi, ma con una tolleranza di 2 gradi (massimo 25 gradi): durante il prossimo inverno invece, i riscaldamenti dovranno essere orientati sui 19 gradi con una tolleranza di +2 gradi (al massimo 21 gradi). Tutto questo potrebbe permettere all’Italia – in un solo anno – di ridurre i consumi di metano per circa 4 miliardi di metri cubi.
Il dubbio sollevato da molti, però è sempre lo stesso: chi controllerà il rispetto di tutte queste misure?
Immagine ci copertina: UnSplash