Secondo una recente ricerca dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale il 42% dei e delle giovani che utilizza i social media vorrebbe apparire nella vita reale così come si vede quando modifica le proprie foto con l’uso dei filtri.
“Ben il 42% vorrebbe essere nella vita reale così come appare quando utilizza i filtri. I filtri sono diventati cioè strumenti per operare cambiamenti sul proprio corpo, per modificare il proprio aspetto e allinearlo a un’immagine ideale di sé da proiettare all’esterno qui emerge chiaramente la questione dell’opposizione tra il sé reale e il sé immaginato. I social concorrono in maniera determinante alla costruzione della reputazione dei giovani e questo appare evidente osservando alcuni trend di utilizzo che mostrano come l’approvazione e il riconoscimento sociale siano al centro delle dinamiche con cui essi espongono la propria immagine”. Spiega il coordinatore della ricerca Simone Digennaro.
Quanti under 14 utilizzano i social?
Secondo la ricerca su 2.000 ragazzi e ragazze intervistati/e tra gli 11 e i 13 anni, ben l’88% utilizza con regolarità più di un social media. Un dato molto alto che testimonia anche quanto il limite dei 14 anni d’età per il loro utilizzo non venga rispettato e non funzioni. Di questi 4 ragazzi/e su 10 hanno un profilo pubblico.
“La condivisione di contenuti privati su piattaforme visibili in tutto il mondo, senza il diretto controllo e la supervisione degli adulti, espone il minore a rischi enormi, quali ad esempio cyberbullismo, adescamento online e, più in generale, violazioni della privacy”, aggiunge Digennaro.
Nella ricerca emergono inoltre altri dati sui trend di utilizzo dei diversi media: oltre il 50% del campione afferma di utilizzare WhatsApp e TikTok per più di due ore al giorno. Seguono Instagram, Youtube e Snapchat. Facebook e Twitter sono sempre più in declino per i e le giovani. Emergono sempre più Discord, piattaforma VoIP e di messaggistica istantanea pensata per i gamer, e Twitch, la piattaforma di live streaming.
Dall’analisi traspare dunque che vi sono due dati allarmanti: l’iscrizione precoce ai social media così come l’alterazione della percezione del sé al fine di guadagnare l’approvazione sociale.
Foto: Árpád Czapp – Unsplash