Karl Lagerfeld si è spento a Parigi nella notte del 19 febbraio 2019, all’età di 85 anni. Stilista, artista, designer, icona pop, super star, nato il 10 settembre del 1933 o del 1935 (è ancora un mistero), oltre ad aver firmato la sua linea è stato direttore creativo di Fendi e di Chanel. Un genio della moda, un vero talento, ma anche un uomo sensibile e un grande amante degli animali.
E’ fatto noto la sua passione per la micina Birmana di casa Lagerfeld, una gatta di nome Chupette, dal pelo candido e bianco latte. La gatta Chupette inizialmente era del modello francese Baptiste Giabiconi che gliela aveva affidata mentre era in viaggio nel Natale 2011. Solo che Lagerfeld si è rifiutato di ridargliela, non riuscendosene più a separare.
Chupette ha persino una sua pagina Twitter dal 2012 (@ChoupettesDiary) e di lei lo stilista aveva detto: “Le persone sono sbalordite da lei … Presto la gente parlerà più di Choupette che di me!“. E’ stata così tanto amata dal noto da stilista da rientrare nella lista degli eredi della sua enorme fortuna. Lui stesso aveva dichiarato al Cnn nel 2013:
«Non esiste, ancora, il matrimonio tra uomini e animali… Non avrei mai pensato che mi sarei innamorato in questo modo di una gatta. Bisogna dire che è irresistibile. È una cosa inaspettata, non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadermi. Rido di me stesso, ma questo non cambia i fatti. Quando manca per qualche ora perchè magari è dal veterinario, trovo che la casa sia un mortorio, e quando sono in viaggio ho bisogno che le persone che si occupano di lei mi mandino in continuazione delle foto, per mostrarmi che sta bene.»
Una compagna inseparabile ed una costante fissa nella vita dello stilista, il cui ruolo nel testamento era stato già annunciato in un’intervista riportata dall’HuffPost France nel 2015:
«Choupette ha la sua piccola fortuna in caso mi succedesse qualcosa, è un’ereditiera. Chi si occupa di lei non sarà mai in miseria, i soldi delle fotografie nelle quali è apparsa non li prendo, li metto da parte per lei.»
Aveva poi aggiunto ironicamente:
«State tranquilli, ce n’è abbastanza per tutti.»
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