Audrey Hepburn, nata a Bruxelles il 4 maggio del 1929 avrebbe compiuto oggi 87 anni.
Audrey Kathleen Ruston, il suo vero nome, è stata un’attrice britannica di incredibile fascino. Cresciuta tra Belgio, Regno Unito e Paesi Bassi, nel periodo della seconda guerra mondiale si dedicò alle sue grandi passioni, dapprima la danza, poi il teatro ed infine il cinema.
Le sue doti di attrice, la sua eleganza estremamente femminile, quella rara bellezza così sofisticata la portarono a vincere, nel corso della sua carriera un Oscar come miglior attrice nel 1954 e l’Oscar Premio umanitario Jean Hersholt nel 1993.
Audrey Hepburn ha ricevuto inoltre varie candidature all’Oscar come migliore attrice. Nel 1955 per la pellicola Sabrina, 1960 in La storia di una monaca. Nel 1962 la nomination all’Oscar come migliore attrice per l’impeccabile interpretazione in Colazione da Tiffany film del 1961 diretto da Blake Edwards ispirato all’omonimo romanzo di Truman Capote (Breakfast at Tiffany’s). Nel 1968 per Gli occhi della notte.
Audrey Hepburn, un’icona di stile
William Wyler il regista statunitense di Vacanze Romane, il film che la vede girare in Vespa insieme Gregory Peck, racconta in questo modo il motivo della sua scelta: “All’inizio, recitò la scena del copione, poi si sentì qualcuno gridare ‘Taglia!’, ma le riprese in realtà continuarono. Lei si alzò dal letto e chiese, ‘Com’era? Sono andata bene?’. Si accorse che tutti erano silenziosi e che le luci erano ancora accese. Improvvisamente, si rese conto che la cinepresa stava ancora girando… Aveva tutto quello che stavo cercando, fascino, innocenza e talento. Inoltre era molto divertente. Era assolutamente incantevole, e ci dicemmo, ‘È lei!'”
“Sebbene non sia nuova al lavoro cinematografico, Audrey Hepburn, l’attrice britannica che è stata la protagonista per la prima volta come la Principessa Anna, è una sottile, elfica, malinconica bellezza, al tempo stesso regale e infantile nel suo profondo apprezzare i semplici piaceri e l’amore. Benché sorrida coraggiosamente alla fine della storia, rimane una figura solitaria e penosa che deve affrontare un futuro soffocante“, ha inoltre dichiarato al New York Times nel 1953.
Wyler aveva visto nella giovane Audrey Hepburn quello che tutti noi, nonostante siano passati 23 anni dalla sua scomparsa, continuiamo a vedere: un’icona intramontabile.