Cinema

Che cos’è un eroe? E’ un individuo dotato di grande talento e straordinario coraggio

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Pubblicato il 05/02/2016
Di Team Digital
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"Lo chiamavano Jeeg Robot" un eroe di borgata, dal 25 febbraio al cinema


Corri ragazzo laggiu’

vola tra lampi di blu

corri in aiuto di tutta la gente

dell’umanita’


corri e va per la terra

vola e va tra le stelle

tu che puoi diventare Jeeg


Jeeg va, cuore e acciaio,

Jeeg va, cuore e acciaio,

cuore di un ragazzo che

senza paura sempre lottera’


se dalla terra nascera’,

la forza che ci attacchera’

noi restiamo tutti con te,

perche’ tu…

tu sei Jeeg!!!


Il film


Impossibile non riconoscere le prime strofe di una delle sigle dei cartoni più amati di sempre. Jeeg Robot d’acciaio, per noi della generazione degli anni ’80, è diventato un cartone cult come UFO Robot, Goldrake e Mazinga! Siamo cresciuti con l’idea e la speranza che esistano questi uomini dai super poteri e invincibili, che con l’aiuto della tecnologia riescono a sconfiggere il male.

In fondo…“Che cos’è un eroe? E’ un individuo dotato di grande talento e straordinario coraggio. Che sa scegliere il bene al posto del male, che sacrifica se stesso per salvare gli altri, ma soprattutto che agisce quando ha tutto da perdere e nulla da guadagnare…”


Sulla scia dei supereroi italiani, filone aperto con scarso successo da Gabriele Salvatores con il suo Il ragazzo invisibile del quale sta girando il sequel, Gabriele Mainetti ha deciso di dedicare ad un altro supereroe il suo nuovo film scritto da Nicola Guaglianone e Menotti e presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, dove è stato accolto molto bene dalla critica e dal pubblico.

La coppia creativa Mainetti/Guaglianone, che ha una predilezione per i cartoons anni ’80, si era fatta notare già nel corto Basette con Valerio Mastandrea e Marco Giallini su Lupin III e con Tiger Boy ispirato all’Uomo Tigre. Torna ora, in lungo, con Jeeg Robot ambientato a Roma. Non si tratta di un vero e proprio “cinecomic”, ma è molto legato al fumetto dell’animazione e per questo, per il lancio del film, è stata prevista la pubblicazione di una versione a fumetti abbinata alla Gazzetta dello sport. Il fumetto sarà sceneggiato da Roberto Recchioni e disegnato da Giorgio Pontrelli e Stefano Simenone e verrà presentato con quattro diverse copertine ideate da autori conosciuti e molto seguiti: Zerocalcare, Leo Ortolani, Giacomo Bevilacqua e Recchioni stesso.


Dicevamo: “…che agisce quando ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Ma la verità è un’altra…”

La verità è che il film racconta la vita di un ladruncolo della periferia romana che, per sfuggire alla cattura da parte delle forze dell’ordine, si tuffa nel Tevere e finisce in un barile contenente sostanze radioattive. Quest’immersione nei fluidi radioattivi cambia il suo corpo e lo rende invincibile e dotato di super poteri, che usa per realizzare piccoli furti, finché non conosce Alessia ossessionata dal cartone anni ’80 Jeeg Robot d’acciaio e che vede in lui un nuovo Hiroshi Shiba. Prima di conoscere lei, il nostro eroe non aveva proprio nessuna intenzione di salvare il mondo: “È totalmente privo di senso civico: è un solitario, egoista e misantropo. Pensa solo a se stesso, a come sopravvivere in un contesto durissimo”, spiega Claudio Santamaria protagonista del film.

Gabriele Mainetti ha realizzato un film di genere, facendo davvero da apri pista per chiunque in Italia voglia cimentarsi con i cinecomics, ma ha anche realizzato un prodotto cult in cui racconta le esistenze al limite dell’esistenza, al limite del G.R.A.. Uno spaghetti-comic un po’ noir che ci racconta, in maniera fumettistica, le vite di gangster, super eroi e gente comune.


“Ho sempre amato i supereroi, fin da piccolo. Mi piaceva molto Spiderman, mentre non amavo troppo Superman, perché mi chiedevo come mai non entrasse in azione contro la corruzione e le guerre. Se avessi i poteri di un supereroe? Probabilmente entrerei brutalmente in Parlamento”, confida Claudio Santamaria.

Per il film Santamaria ha dovuto ingrassare diversi chili, come racconta: “Gabriele ha voluto che ingrassassi venti chili. Una faticaccia, molto più facile dimagrire. Faccio fatica io stesso a riconoscermi, all’inizio ho avuto un senso di repulsione”, ma molto probabilmente non lo sentiremo gridare: “Contatto! Raggi Delta! Maglio Perforante! Doppio maglio perforante! Bazooka spaziale. Contatto! Scudi rotanti! Contatto!”


Vedremo, però, la donna che ama mentre sferruzza la maschera, che forse indosserà, raccomandargli con grande romanità: “Cioè, però amore mio quando te trasformi, te devi cambià ste scarpe. Cioè un supereroe cò le scarpe dé camoscio ‘n s’è mai visto dai. L’hai mai visto te? ‘N s’è mai visto.”


Lo chiamavano Jeeg Robot


locandina_lo_chiamavano_jeeg_robot


Al cinema dal 25 febbraio


Un film

di

Gabriele Mainetti


Con

Claudio Santamaria

Luca Marinelli

Ilenia Pastorelli


Enzo Ceccotti non é nessuno, vive a Tor Bella Monaca e sbarca il lunario con piccoli furti sperando di non essere preso. Un giorno, proprio mentre scappa dalla polizia, si tuffa nel Tevere per nascondersi e cade per errore in un barile di materiale radioattivo. Il giorno dopo si risveglia dotato di forza e resistenza sovraumane. Mentre Enzo scopre cosa gli è successo e cerca di usare i poteri per fare soldi, a Roma si svolge una vera lotta per il comando, in cui alcuni clan provenienti da fuori stanno terrorizzando la città con attentati bombaroli e un pesce piccolo intenzionato a farsi strada minaccia la vicina di casa di Enzo, figlia di un suo amico morto da poco. La ragazza si è aggrappata a lui dopo il lutto ed è così fissata con la serie animata Jeeg Robot d’acciaio da pensare che esista davvero. Tutto sta per esplodere, tutti hanno bisogno di un eroe.


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