Cinema

Peanuts: ecco le cose che non sapete di Charlie Brown & Co

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Pubblicato il 30/11/2015
Di Team Digital
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In Italia Snoopy è comparso per la prima volta nel 1965 sulla rivista linus

I Peanuts sono intramontabili. Ne abbiamo viste e vissute tante con Charlie Brown & Co.

17.897 strisce pensate, disegnate e curate personalmente, una ad una, da Charles Schulz nell’arco di 50 anni, dal 1950 al 2000.

I film, i cartoons… le raccolte!

Non ci stanchiamo mai di loro, come se fossero un prodotto sempre attuale e contemporaneo, nonostante siano nati più di 60 anni fa.

Le avventure di Snoopy e dei suoi compagni di scorribande sono state tradotte in più di 20 lingue e pubblicate in circa 70 paesi.

Una storia lunga una vita ma che continua a far sognare non solo i bambini, ma anche gli adulti.


Peanuts


Charles Schulz, creatore della magnifica striscia, non scelse il titolo. Peanuts, che letteralmente significa “noccioline”, ma che qui veniva inteso come “cose da poco”, suonava riduttivo al papà di Snoopy. Il titolo scelto era  Li’l Folks (personcine), ma sottoposto alla United Feature Syndicate, distributore di fumetti americano, fu giudicato simile al titolo di altri due fumetti e fu scelto Peanuts.


Il bracchetto più famoso del mondo, invece, ha avuto una genesi piuttosto particolare. Schulz per idearlo si ispirò al carattere di un cane avuto dalla sua famiglia quando era bambino. L’aspetto, invece, era quello di Spike, un beagle comparso nel giardino di famiglia nel 1937. Il nome, infatti, doveva essere proprio Spike, ma poi sul letto di morte la mamma di Schulz disse che se avessero avuto un cane, avrebbero dovuto chiamarlo “Snupi”, un termine vezzeggiativo norvegese.


In Italia abbiamo avuto la fortuna di conoscere Snoopy per la prima volta nel 1965 sulla rivista linus, dal nome del personaggio prediletto dall’autore, Linus van Pelt, migliore amico di Charlie Brown e fratellino di Lucy. Linus van Pelt, apparso per la prima volta nel settembre 1952, non ha aperto bocca per due anni. La sua prima riga di testo parlato è del 1954, lo stesso anno in cui compare per la prima volta la sua fedele compagnia: la copertina.

Quando i Peanuts arrivarono in Italia, Halloween non era popolare. Forse per questo motivo Oreste del Buono, direttore di linus, decise di tradurre “La grande Zucca”, un personaggio a cui Linus si rivolge in occasione di Halloween, con “il grande Cocomero”. Traduzione sbagliata, ma sicuramente più mediterranea. Il termine comunque fu compreso dagli italiani e entrò nel nostro immaginario tanto da ispirare un celebre film “Il grande cocomero”, appunto, di Francesca Archibugi.

Grande estimatore di Schulz e della sua striscia è stato Umberto Eco che ne è diventato traduttore d’eccezione e che a proposito scrisse: “Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta”.


Curiosità


Sono tante le curiosità che circondano i Peantus, come tanti sono gli anni che hanno vissuto e continuano a vivere. Ne scopriremo alcune insieme, per non dimenticare e per tramandare di generazione in generazione un patrimonio culturale, sociale e etico importante.

– Nel 1940 Schulz scrisse una lettera di presentazione a Walt Disney per chiedere un lavoro. Il lavoro venne rifiutato, ma poco dopo la pubblicazione delle strisce la Disney provò ad offrire un impiego a Schulz, che rifiutò. Si sarà mangiato le mani il sig. Disney!

– La ragazzina dai capelli rossi di cui Charlie Brown è innamorato non si vede mai a figura intera, tranne in uno speciale televisivo del 1977, intitolato It’s Your First Kiss, Charlie Brown (“è il tuo primo bacio, Charlie Brown”) e il suo personaggio è ispirato a Donna Johnson, un vecchio amore di Schulz.

– I Peanuts hanno ispirato i codici identificativi di modulo lunare e modulo di comando durante la missione Apollo 10. Il primo lo chiamarono Snoopy e il secondo Charlie Brown. I due personaggi divennero mascotte non ufficiali della missione.

– Schroeder, il musicista, ama Beethoven, ma il primo pezzo da lui suonato è il Preludio in sol minore di Sergej Rachmaninov.

– Nelle strisce i personaggi non invecchiano mai. Arrivano dai 4 agli 8 anni e lì si fermano, come Charlie Brown. C’è un’eccezione per i neonati che crescono fino a raggiungere l’età della banda, ma mantenendo una gerarchia, tant’è che Linus che nasce dopo due anni cresce fino a fermarsi a un anno di distanza da Charlie Brown e fa parte della generazione dei fratelli minori insieme a Sally, Frieda, e Eudora.


Schulz e il suo saluto


“Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione di tutte le ambizioni della mia infanzia. Sfortunatamente non sono più in grado di mantenere il ritmo di programmazione di una strip quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano continuati da un altro perciò annuncio il mio ritiro”.

Queste sono le parole che Charles Schulz si congeda dal suo pubblico nel nel 1999, a 77 anni. Morì un anno dopo.


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