Dal 15 dicembre, nello Stato di New York sarà vietata la vendita al dettaglio di cani, gatti e conigli nei negozi di animali. La legge, approvata nel 2022 e pronta a entrare in vigore, ha l’obiettivo di contrastare il fenomeno delle puppy mills e altre fabbriche di animali, spesso responsabili di condizioni di vita precarie e sfruttamento intensivo degli animali.
Perché New York vieta la vendita di animali nei negozi
Il “Puppy Mill Pipeline Act”, che in italiano può essere tradotto come “Legge sulla filiera degli allevamenti intensivi di cuccioli,” rappresenta l’iniziativa dello Stato per mettere fine all’attività degli allevatori non autorizzati e interrompere il flusso di animali verso i negozi. Roy Gross, a capo della SPCA della Contea di Suffolk, ha dichiarato: “Ho visitato alcuni di questi allevamenti di cuccioli ed è ancora sconvolgente vedere in quali condizioni vengono tenuti gli animali.”
Questa misura non impedisce, ma anzi incentiva, l’adozione di animali tramite rifugi, società umanitarie e organizzazioni di salvataggio. Inoltre, chi desidera acquistare un animale potrà farlo direttamente da allevatori autorizzati. In caso di violazioni, i negozi rischieranno multe fino a 1.000 dollari per ogni infrazione.
Questa legislazione si inserisce in un più ampio movimento negli Stati Uniti, dove altri stati, come California e Illinois, hanno adottato misure simili per regolamentare la vendita di animali domestici. In Europa anche la Spagna ha da poco preso questa storica decisione per i diritti degli animali.
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