Poteva essere il momento giusto per ricucire il loro rapporto, ma non c’è stato verso. Gianna Orrù, la madre di Valeria Marini, non ha reagito bene a quello che lei stessa ha definito “un’imboscata” tesale da Mara Venier nel salotto di “Domenica In”.
La 87enne è stata invitata questa domenica per raccontare in tv di una truffa ai suoi danni che le ha fatto perdere 335.000 euro. Quando, però, ha visto lo studio aprirsi e arrivare sua figlia Valeria, ha minacciato di andarsene. “Questo non si fa, non è corretto”, ha detto Gianna, aggiungendo che sarebbe rimasta solo per rispetto nei confronti della conduttrice.
Per tutta l’intervista Valeria ha fatto il possibile per strappare un sorriso alla madre, ma non c’è riuscita. Le ha anche chiesto di sbloccare il suo numero di telefono. “Se vengo lì, ti citofono e non mi rispondi”, ha detto la showgirl.
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Non è stato chiarito il motivo per cui madre e figlia non si parlano da tempo. Anche quando Mara Venier ha provato a insistere, la donna è stata categorica: “Se parlo scende il soffitto”. Ha solo fatto accenno a tanti sacrifici fatti per permettere alla figlia di avere una carriera nel mondo dello spettacolo, oltre a far intendere che in passato Valeria ha rivelato aspetti privati che dovevano rimanere tali.
“Le cose private non vanno mai rese pubbliche e tu l’hai fatto, le hai sbandierate ovunque” – ha detto la madre – “Te lo ripeto, le cose private devono restare private! Se io sono il centro della tua vita come dici, vedi di organizzarti diversamente.“
Tutta colpa di Giovanni Cottone, l’ex marito di Valeria Marini
L’unico momento di dolcezza Gianna l’ha avuto mentre ricordava l’infanzia della figlia, ma le è bastato ricordare il nome del suo ex marito Giovanni Cottone per cambiare subito mood e tornare algida. Ecco le sue parole:
“Lei era bravissima a scuola, nello sport, ha fatto cinque anni in conservatorio. Era una figlia precisa e puntuale al minuto. Giovanni Cottone le ha cambiato la vita. Affettuosa, ho ancora le letterine, anzi, bisogna che mi ricordi di buttare tutto…”