Roma – Trentatremila firme raccolte in tre mesi in tutta Roma, molte nei mercati rionali e tra gli abitanti delle periferie. Nel giorno in cui l’Antitrust multa l’Atac per le corse soppresse, i radicali italiani portano al Campidoglio il lasciapassare per un referendum che consulterà i cittadini romani sempre più esasperati sulla possibilità di liberalizzare il servizio dei trasporti pubblici. Il segretario, Riccardo Magi:
“La multa è giusta, fa bene l’Antritrust a far rispettare le regole, ma il punto è che a Roma non c’è più un servizio di trasporto pubblico locale di linea, quello che vivono i romani quotidianamente è un’altra cosa, è una cosa aleatoria, un giorno c’è un giorno no, se la linea ti dice bene quel giorno passa sennò è stata soppressa, e sei stato sfortunato. Quello che invece noi vogliamo fare è creare una riforma che restituisca alla capitale d’Italia un servizio di trasporto pubblico decente tenendo sotto controllo la spesa pubblica”.
Liberalizzare, non privatizzare l’Atac. Mantenere, non eliminare, il ruolo del Comune. I radicali hanno dovuto smentire in questi mesi chi sosteneva che il loro referendum pregiudica le classi sociali più deboli, perché chi abita in periferia può beneficiare di tasporti pubblici più efficienti. Per Riccardo Magi non è in pericolo neppure l’occupazione, al contrario:
“Il pericolo per i posti di lavoro c’è ora, come frutto di una gestione folle e dissennata però completamente pubblica. Allora ci dovrebbero rispondere come mai se il pubblico è garanzia siamo arrivati a questo punto. La cosa è molto più seria, i sindacati la conoscono molto bene la questione, sanno molto bene cosa significa avere una azienda fuori controllo perché hanno contribuito al fatto che questa azienda fosse fuori controllo invece noi vogliamo separare il conflitto che c’è tra il comune e la propria azienda, tra controllore e controllato. I rischi per i posti di lavoro, se si fa una gara ordinata e la si fa per tempo non ci sarebbe, perché ci sarebbe l’assorbimento da parte dell’azienda che dovesse vincere la gara di tutti quanti i lavoratori”.
Ora il Campidoglio dovrà decidere quando indire il referendum, e si aprirà una campagna elettorale che potrebbe creare più di un grattacapo ai partiti romani. A partire dai grillini che governano Roma: “Purtroppo abbiamo tentato di raggiungere sia telefonicamente, sia con messaggi e con email la sindaca Raggi, informandola per tempo che ci sarebbe stata la consegna e che l’obiettivo era stato raggiunto, perché al di là di cosa si pensi nel merito credevamo fosse presente come figura istituzionale, si tratta delprimo referendum che viene indetta da quando è stata istituita Roma capitale e viene indetto su richiesta dei cittadini. Questo anche in considerazione dell’importanza che la sindaca Raggi e il movimento cinque stelle danno alla partecipazione pooplare, alla democrazia diretta e a tutti questi strumenti: purtroppo non abbiamo ricevuto risposta”.