Nello sport ci sono tante storie che ci insegnano che dopo ogni caduta ci si può sempre rialzare e che ogni limite può essere superato. Quella di Assunta Legnante è sicuramente una delle più emozionanti.
I tifosi la chiamano cannoncino per l’enorme forza con cui riesce a tirare il peso, nonché per gli urli liberatori a cui si lascia andare quando ha la sensazione di aver fatto un buon lancio. Classe 1978, si avvicina allo sport all’età di 15 anni. La sua passione e il suo impegno la portano subito a gareggiare a livello agonistico e, poi, a partecipare alle prime competizioni internazionali. Nel 2002 vince la medaglia d’argento ai Campionati europei di atletica leggera indoor di Vienna e nel 2007 l’oro a quelli Birmingham.
Le prime avvisaglie però, c’erano già. Nel 2004 l’oculista del CONI non le ha permesso di partecipare ai giochi olimpici di Atena perché il glaucoma congenito con cui convive sin da bambina stava peggiorando. Riesce a partecipare a Pechino 2008 ma con scarsi risultati. L’anno successivo le sue condizioni peggiorano molto.
“Nel 2009 ho affrontato il mio ultimo anno da atleta normodotata, vincendo l’altro l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, e il campo visivo iniziava a restringersi, me ne accorgevo nelle cose di tutti i giorni” – ha raccontato in un’intervista al sito Odiarenoneunosport – “Anche quando dovevo riprendere il peso dopo il lancio, facevo fatica a trovare l’attrezzo. Poi i problemi sono aumentati. Mi è caduta la retina, ho affrontato visite e interventi e con il passare del tempo la vista si è spenta”.
Nel 2012 Assunta è completamente cieca. Ma una persona tenace come lei può perdersi d’animo? A maggio di quell’anno si iscrive alla sua prima gara paralimpica al campionato italiano di Torino e, poche settimane dopo, è già sull’areo per Londra per gareggiare ai Giochi Paralimpici dove vincerà il suo primo ora nel lancio del peso. Lo stesso farà nel 2016 a Rio.
Nonostante l’impegno e la convinzione che mette ogni giorno negli allenamenti, Assunta Legnante non ama prendersi troppo sul serio. Lo confermano le mascherine che indossa durante le gare. Ha iniziato con Diabolik e recentemente è passata all’Uomo tigre.
“L’idea è venuta così, fra il serio e il faceto” – ha raccontato al sito dell’Unione Cieca Italiana – “Durante gli allenamenti dicevo ai miei colleghi che se fossi riuscita a qualificarmi e a gareggiare a Londra, avrei dovuto pensare a qualcosa che mi distinguesse. L’idea degli occhi di Diabolik è venuta a due ragazzi che si allenano con me: Massimo Maruffi e Alessio Giovannini. Quando hanno saputo che noi ciechi per gareggiare dobbiamo indossare la mascherina, hanno cominciato a fantasticare su come renderla unica. Quando mi hanno proposto gli occhi di Diabolik, io non ho battuto ciglio. Con l’aiuto di un grafico abbiamo stampato gli occhi del fumetto e li abbiamo cuciti sulla mascherina da gara”.
A Tokyo 2020 Assunta Legnante è sicuramente uno degli atleti che può fare la differenza e regalare al medagliere azzurro grandi soddisfazioni. Faremo tutti il tifo per lei!