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I cani meglio dei test rapidi: fiutano casi positivi al Covid con sensibilità 98-100 per cento

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Pubblicato il 07/02/2022
Di Team Digital
I cani meglio dei test rapidi fiutano casi positivi al Covid con sensibilit 98100 per cento


I cani sono ottimi alleati dell’uomo, non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche per affrontare il periodo storico che stiamo vivendo: con il loro fiuto, infatti, riescono a riconoscere persone positive al Covid con una sensibilità che va dal 98% al 100%, molto meglio dunque dei test rapidi antigienici, che si fermano all’87%-98%.


Questi dati sono stati forniti dallo studio “Screendog” svolto dall’Università Politecnica delle Marche con gli atenei di Macerata e Camerino, oltre che le unità sanitarie delle Marche e della Sardegna e le unità cinofile. 


Sono state testate 1251 persone e sono stati individuati i 206 positivi – che si erano sottoposti anche a un tampone molecolare – con una sensibilità che varia, appunto dal 98% al 100%. 



Non è la prima volta che sentiamo questa straordinaria dote dei nostri amici a quattro zampe: qualche settimana fa, Anna Pettinelli e Sergio Friscia avevano proprio parlato della decisione dei Metallica di affidarsi ai cani per fiutare i casi positivi al Covid


Quello condotto dall’Univpm è stato però il primo studio in Italia per questo aspetto. In un primo momento sono stati raccolti campioni di sudore, conservati poi in laboratori di ricerca; in seguito, gli addestratori cinofili hanno educato i cani a distinguere i campioni positivi da quelli negativi seguendo un protocollo creato ad hoc (come ad esempio sedersi solo di fronte ai test positivi). 


L’ultima fase, la più delicata, è stata quella della validazione dei test ai drive in: ogni soggetto è stato fiutato da uno o due cani – nel caso in cui il primo cane fosse in dubbio, senza quindi passare dalla necessità di avere del sudore come campione, ma direttamente a contatto con la persona stessa.



Lo studio è stato condotto con l’osservazione dei veterinari di Unicam, che hanno constatato come l’attività non abbia comportato forme di stress, stanchezza o esaurimento nell’arco di tutta la ricerca.


Immagine di copertina: LaPresse


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