Alle 7.20 – ora italiana – la NASA ha fatto decollare un razzo Falcon 9. La missione è chiara: DART dovrà effettuare un viaggio di 10 milioni di chilometri, in undici mesi. E a conclusione del viaggio dovrà intercettare, colpire e deviare un asteroide di 170 metri di diametro. Questa missione è la prima nel suo genere e servirà per capire cosa potrà fare l’umanità dinanzi ad un eventuale pericolo in arrivo dallo spazio.
Il significato di DART è Double Asteroid Redirection Test e la sonda che si è separata dal Falcon 9, avrà come obiettivo quello di intercettare l’steroide Dimorphos: asteroide che a sua volta ruota intorno a Didimo, un altro asteroide ben più grande di Dimorphos.
L’impatto è previsto tra 11 mesi, quando la sonda colpirà Dimorphos alla velocità di 21 mila chilometri orari, nell’intento di modificarne la traiettoria. DART, che pesa 670 chilogrammi, in effetti provocherà uno spostamento impercettibile di Dimorphos: ma tanto basterà alla missione, per esser definita un successo.
Il tal senso, le parole di Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), sono state assolutamente esplicative rispetto all’importanza di questa missione.
“Con Dart per la prima volta potremo davvero valutare le nostre capacita’ di poter modificare l’orbita di una asteroide potenzialmente pericolo”.
Immagine di copertina e video: LaPresse
