Una della varianti del coronavirus che sta mettendo più in allerta gli scienziati è sicuramente quella indiana. Come spiega l’Adnkronos, la variante è stata scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato dell’India Centro-occidentale. Ieri sono stati diagnosticati due casi a Bassano del Grappa, nella provincia di Vicenza.
Al momento la variante ha registrato un alto livello di contagiosità ma la possibilità che possa essere resistente ai vaccini deve essere ancora dimostrata. Secondo i primi dati ricevuti da Israele, il Pfizer-BioNTech sarebbe parzialmente efficace e anche i primi test sul vaccino indiano Covaxin hanno dato risultati incoraggianti.
Meno ottimista è il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, che ha espresso tutta la sua disapprovazione in merito alle riaperture previste dal nuovo decreto firmato dal governo. “La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto” – ha detto Crisanti – “In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino”.
Foto: Andrea Crisanti, via YouTube
