Nei magazzini della Camera dei Deputati, a Montecitorio, è stata ritrovata una seconda Gioconda, che secondo recenti studi e analisi dei grandi restauratori sarebbe davvero molto simile a quella “originale” esposta nelle sale del Louvre a Parigi.
L’opera era stata concessa nel 1925 dalla Galleria nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini, ma tutti finora l’avevano giudicata come una copia di scarso valore ed era stata dimenticata nel deposito fino al 2019, quando alcuni restauratori hanno iniziato a studiare la tecnica utilizzata per dipingerla.
Dopo anni di studi, che hanno coinvolto anche maestri restauratori ed esperti arrivati dal Louvre, il quadro è stato giudicato come una seconda versione dell’originale Monna Lisa conservata al Louvre: grazie a una tecnica a infrarossi, si è scoperto che sotto la pittura e i detriti di sporcizia si nasconde una bozza con le stesse identiche correzioni della prima Gioconda.
Tra gli interventi che fanno intendere possa trattarsi di una seconda opera di Leonardo ci sono Antonio e Maria Forcellino che hanno raccontato storia e qualità dell’opera ritrovata a Montecitorio, parlando di stessi colori utilizzati dal maestro Leonardo, di dimensioni incongrue per trattarsi di una copia, e che la tecnica di pittura presenta una “trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”.
Il sito parlamentare di ArteCamera, per il momento, riporta ancora che si tratterebbe di una copia e che l’autore resta ignoto, non accostandola a Leonardo ma definendola “una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello”.
Immagine di copertina: Ritratto femminile, detta La Gioconda – via arte.camera.it