Mancano poche ore a un evento rarissimo, ma questa volta non sarà un fenomeno astronomico che l’Universo ci consentirà di ammirare. I colpevoli, questa volta, siamo noi uomini, perché un detrito spaziale in orbita attorno alla Terra sta per colpire la superficie della Luna sul lato opposto del nostro satellite, quello a noi non visibile.
Il missile in questione era stato identificato lo scorso 21 gennaio dall’astronomo americano Bill Gray ed inizialmente si pensava fosse uno stadio del razzo Falcon 9 della Space X di Elon Musk; ora si pensa possa essere uno stadio del lanciatore cinese Lunga Marcia, che nel 2014 aveva dato il via alla missione Chang’e-5. “Sappiamo di sicuro che si tratta di un oggetto artificiale, ma è impossibile stabilire di che cosa si tratti”, ha dichiarato all’ANSA Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa.
L’oggetto si schianterà sulla luna arrivando a una velocità di 9200km/h verso le 13:25 italiane del 4 marzo 2022.
Nello spazio si calcola ci siano 20.000 detriti che ruotano attorno al nostro Pianeta: tutti rappresentano una minaccia per i tanti astronauti che lavorano in orbita e per le stazioni spaziali; ma sono un potenziale problema anche per la Terra: l’imprevedibilità dei loro moti potrebbe mettere in pericolo la nostra vita a causa delle elevatissime velocità con le quali si schianterebbero, oltre che avere conseguenze inimmaginabili da calcolare. L’aumento dell’inquinamento spaziale, inoltre, ha accelerato la preoccupazione per la mole di detriti spaziali incontrollabili.
Dalla NASA hanno poi spiegato che l’evento sarà ovviamente oggetto di studi, per raccogliere dettagli in più sulla superficie de nostro satellite. Si stima che sulla luna arriveranno circa 3 tonnellate di spazzatura spaziale che creeranno un cratere di profondità tra i 10 e i 20 metri.
“Il team della missione sta valutando se è possibile effettuare osservazioni su eventuali modifiche all’ambiente lunare associate all’impatto e successivamente identificare il cratere da esso formato. La ricerca del cratere d’impatto sarà impegnativa e potrebbe richiedere settimane o mesi.”
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