L‘estate 2024 ha segnato un incredibile traguardo per le tartarughe marine in Italia. Secondo l’ultimo dossier di Legambiente, sono stati censiti ben 404 nidi di tartaruga Caretta caretta lungo le coste italiane, un numero mai visto prima. Questo dato rappresenta un segnale positivo per la conservazione di questa specie in pericolo e riflette l’efficacia degli sforzi di monitoraggio e protezione messi in atto negli ultimi anni.
Un fenomeno in crescita
Negli ultimi decenni, le tartarughe marine hanno gradualmente ampliato le loro aree di nidificazione, passando dal Mediterraneo orientale alle coste italiane, francesi e spagnole. Questo cambiamento è attribuito a vari fattori, tra cui l’aumento delle temperature delle acque superficiali del Mediterraneo, che negli ultimi 25 anni sono salite di circa 1-2 gradi Celsius.
Il boom dei nidi di tartarughe marine sulle coste italiane è anche il risultato di un’intensa attività di monitoraggio e di sensibilizzazione della popolazione locale e degli operatori balneari. La segnalazione tempestiva delle tracce di risalita delle femmine e dei nidi da parte dei cittadini ha contribuito significativamente alla protezione delle aree di nidificazione.
Legambiente, attraverso il progetto Life Turtlenest cofinanziato dall’Unione Europea, ha implementato protocolli di intesa con Comuni, Aree Protette e stabilimenti balneari per creare un ambiente sicuro per le tartarughe. Attualmente, 85 Comuni, 31 Aree Protette e 115 stabilimenti balneari hanno aderito agli accordi “Amici delle Tartarughe”, con l’obiettivo di ridurre le minacce antropiche e garantire il successo della nidificazione.
Minacce e sfide future
Nonostante i risultati positivi, le tartarughe marine affrontano ancora numerose minacce, principalmente legate alle attività umane. Il turismo balneare, se non gestito correttamente, può compromettere la schiusa delle uova. Pertanto, è essenziale continuare a promuovere pratiche sostenibili e a educare il pubblico sull’importanza della conservazione di queste specie.
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