Per ragioni etiche così come ambientali negli Stati Uniti, più precisamente nello stato di Washington, è stata approvata la prima legge al mondo contro l’allevamento dei polpi. È un decisione che parte, appunto, da una prospettiva etica, il polpo è uno degli animali marini più intelligenti, fino ad un punto di vista ambientale, gli allevamenti intensivi minacciano l’habitat circostante e animali e vegetali che vi vivono.
Approvata la prima legge al mondo contro l’allevamento dei polpi
Le ONG che lottano per i diritti degli animali, tra queste l’Aquatic Life Institute e l’Aquatic Animal Alliance, hanno festeggiato l’approvazione della legge che tutela i polpi dalla pratica dell’allevamento intensivo considerata “inumana e insostenibile”.
La legge arriva a seguito delle proteste internazionali scaturite a seguito dell’apertura in Spagna, nel 2022, del primo allevamento di polpi al mondo. Proteste che mettevano in dubbio la sostenibilità ambientale di questo tipo di attività e il benessere degli animali coinvolti; gli allevamenti intensivi marini portano un accumulo di rifiuti di azoto e fosforo, oltre al pericolo di contaminazione dovuto all’uso di fertilizzanti, alghicidi, erbicidi e disinfettanti. In aggiunta, sussiste il timore della propagazione di malattie dagli allevamenti agli habitat marini naturali, minacciando la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi.
L’auspicio è che la legislazione promulgata nello stato di Washington possa ispirare altre giurisdizioni. Attualmente, Hawaii e California stanno valutando misure simili per vietare l’allevamento e la commercializzazione di specifiche specie di polpi, nella speranza di proteggere l’ambiente marino e le sue risorse.
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