Lucio Corsi è venuto a trovare i nostri Petra Loreggian e Giovanni Vernia per scambiare due chiacchiere sul periodo turbolento che sta vivendo, tra il Sanremo appena concluso, l’uscita del disco “Volevo essere un duro” e la preparazione all’imminente Eurovision, in cui rappresenterà il nostro paese dopo la rinuncia di Olly.
Tra risate, qualche nota strimpellata alla chitarra e un po’ di blues, Lucio Corsi assieme ai Peggio più Peggio di RDS ci ha dato modo di conoscere meglio un po’ di lui, della sua concezione della musica e di quello che ci regalerà con la sua performance all’Eurovision.
Il nuovo album di Lucio Corsi: tra personaggi e ispirazioni cantautorali
Parlando del disco, uscito lo scorso venerdì, Petra ha voluto sapere di più sui personaggi che popolano le tracce e sull’influenza dei grandi cantautori del passato. “Bennato, Graziani, Battisti… sono nomi dai quali c’è sempre da imparare. Io sono un appassionato della loro musica e del loro suono. Abbiamo avuto una storia di cantautorato importantissima ed è giusto studiarla e farsi ispirare”, ha spiegato Lucio.
Quando Petra gli ha chiesto se il suo approccio alla musica fosse un modo per ritoccare un passato che avrebbe voluto vivere, Lucio ha risposto con una riflessione profonda: “Alla fine, è un passato mio e di ognuno di noi. Quegli anni non sono poi tanto nel passato se pensiamo agli anni che ha il pianeta Terra. Noi ci rifacciamo troppo alla nostra aspettativa di vita. Gli anni ’70 sono oggi”.
Lucio Corsi racconta il suo Eurovision 2025
“Non vedo l’ora di stare in giro a suonare con gli strumenti in mano”, racconta Lucio nell’aprire l’argomento dei prossimi live che lo attendono, Eurovision compreso a maggio. Proprio in merito all’Eurovision, ha voluto svelarci un po’ della carica e dello spirito con cui andrà lì: “Andiamo lì con lo stesso intento di Sanremo, stesso tipo di esibizione. Cerchiamo di incentrare la cosa sulla canzone, sulle parole e sulla musica. L’esibizione non sarà pirotecnica. Chitarra piano e armonica, forse riesco a portarmeli”.
Lucio Corsi spiega la sua filosofia dei live e svela i suoi concerti preferiti
Approfondendo sulla dimensione live, Lucio racconta: “È la parte che preferisco, io suono con questi ragazzi da quando andavamo al liceo, da una vita”. Durante la chiacchierata, Petra ha toccato un tema caro a Lucio: la sua avversione per gli auricolari in-ear durante i concerti. Lui, quindi, ci ha spiegato la sua filosofia:
“La musica è una cosa che deve stare nell’aria, soprattutto dal vivo. Perché il concerto non deve essere uguale al disco: è un altro momento. Io, quando mi trovo davanti a un disco riprodotto dal vivo nella perfezione, non godo. Il concerto è fatto di altre cose. Il live non deve avere nulla di patinato, è fatto anche di sudore, di corde rotte, di testi scordati. Non vuol dire non essere professionali: vuol dire credere a un certo tipo di resa dal vivo della musica. Sono cresciuto guardando concerti che erano fatti con questo spirito qua e a quelli mi ispiro. Alcuni esempi? ‘The Last Waltz’ della The Band, ‘Wings over America’ degli Wings con Paul McCartney, ‘Rolling Thunder’ di Dylan… quei concerti lì per me sono il massimo”.
Per chiudere l’intervista, Lucio ci ha congedati improvvisando “Monnalisa” di Ivan Graziani con “Peter Gunn Theme” di Henry Mancini, colonna sonora del film The Blues Brothers. Ecco il video:
Petra Loreggian e Giovanni Vernia sono in onda su RDS dal lunedì al sabato dalle 12:00 alle 15:00 e li puoi vedere anche sul canale 265 del Digitale Terrestre! Ascoltali in diretta radio, sul nostro sito, oppure utilizzando la nostra APP.