Giovedì prossimo – 20 ottobre – uscirà in tutti i cinema italiani il suo terzo film da regista, “Brado”, che fa parte di una specie di trilogia. Kim Rossi Stuart non lo definirebbe così, ma chi conosce questi film può fare dei collegamenti, ma sono pellicole indipendenti l’uno dall’altro.
L’attore questa mattina è stato ospite negli studi RDS di Roma e, insieme ad Anna Pettinelli e Sergio Friscia, ci ha raccontato tutto sul suo ultimo lavoro cinematografico. Partendo innanzitutto dalla sua passione per i cavalli, sin da quando era bambino.
“Io ho vissuto in un maneggio per pochi anni, ma in età puberale, dai 10 ai 13 anni. Dopodiché ho conservato l’amore per l’animale: un essere speciale e straordinario; meno per mettergli una sella, imporgli determinate cose. Come spettatore mi piacciono anche le gare.”
Kim Rossi Stuart annuncia la pensione
Ma poi Kim Rossi Stuart fa la dichiarazione che non ti aspetti: “Posso dare una notizia assurda: vado in pensione tra poco. Nel senso che posso andare in pensione, perché ho scoperto che ho 40 anni di contributi versati, avendo versato i primi contributi quando avevo 4 anni. Sono 47 anni che lavoro, quindi posso andare ufficialmente in pensione.”
Ma andare in pensione non implica che debba smettere di lavorare, come ha fatto notare giustamente la nostra Anna Pettinelli. Intanto, però, Kim Rossi Stuart pensa a “Brado”, il nuovo film in uscita giovedì 20 ottobre e ci ha raccontato tutto nell’intervista on-air andata in onda questa mattina anche sulla nostra RDS Social TV, canale 265 del digitale terrestre. A proposito del suo nuovo lavoro, l’attore e regista ci ha detto la sua:
“È un western-esistenziale, perché ha un telaio narrativo epico, con tutte le caratteristiche western, sia esistenziale perché all’interno di questa cornice epica e avventurosa ha un nucleo molto intimo e molto forte che è il rapporto padre-figlio che abbiamo cercato di sviscerare il più possibile.”
Con anche molti momenti forti, dove poi arriva anche il momento della resa dei conti tra genitore e figlio, ma alla fine l’unica cosa che vogliono veramente entrambi è recuperare l’affetto, l’amore e la tenerezza che rimanda al rapporto padre-figlio nella sua genesi, quando un padre ha tra le braccia un fagottino e l’amore è sconfinato.