Lima – Tredici paesi d’America hanno denuciato la “rottura dell’ordine democratico” in Venezuela. Riunitisi a Lima, in Perù, Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Giamaica, Panama, Paraguay e Perù, hanno annunciato la loro decisione di non riconoscere l’Assemblea costituente, voluta dal presidente venezuelano, Nicolas Maduro e considerata, appunto, “illegittima”.
Nel documento finale, i 13 hanno confermato “pieno sostegno e solidarietà” al Parlamento controllato dall’opposizione e condannato “la mancanza di libere elezioni, le violenze, la repressione e la persecuzione politica e l’esistenza di prigionieri politici”.
“È un complotto contro l’America intera, non solo contro il Venezuela”, ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, condannando la decisione.
Una dura condanna per “l’uso eccessivo della forza” nella repressione delle manifestazioni contro il presidente Nicolas Maduro è stata espressa, però, anche dalle Nazioni unite.
Secondo l’Alto Commissariato Onu per i diritti umani “migliaia di persone sono state tenute in stato di detenzione arbitraria, molte sono state vittime di abusi e persino di tortura”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso il suo rammarico per il fatto che il Venezuela si sta allontanando dal “percorso di una soluzione pacifica” della crisi.