L’estate 2023 sarà ricordata come l’estate di “Barbie“, il film record d’incassi che – realizzato dopo diversi anni e numerose vicissitudini – sta sbancando il botteghino, sta meravigliando le bambine di ieri così come quelle di oggi e – soprattutto – è riuscito ad imporre anche diversi argomenti sociali di riflessione.
Vero è che questa è un’estate all’insegna del rosa, in una forma affatto celata, di Barbie-mania: il rosa ha riconquistato il mondo. Ecco allora quali sono i luoghi di colore rosa più famosi della Terra: nulla a che vedere con Barbie Land, questo no, ma se il rosa è il vostro colore, queste mete faranno al caso vostro.
Il lago Hillier, in Australia
Appariscente come non mai: è il lago Hillier, che si trova in Australia occidentale, precisamente su Middle Island, la più vasta delle isole presenti nell’Arcipelago Recherche. Il colore rosa dell’acqua, deriverebbe dall’alta concentrazione di sale ma non solo: il suo colore permanente, dipenderebbe per lo più dalla presenza della micro-alga verde Dunaliella salina oltre che dalla coesistenza con alcune specie di alobatteri. La Dunaliella salina, sarebbe alla base del colore rosa dell’acqua: la micro-alga produce infatti i carotenoidi, ovvero quei pigmenti organici che colorano il lago di rosso-arancione, in definitiva, di rosa.
Il lago è stato scoperto il 15 gennaio del 1802 dall’esploratore britannico Matthew Flinders, la sua acqua non è nociva per l’uomo, ma essendo un sito protetto, l’uomo non lo può raggiungere: lo può sorvolare, lo può vedere da un’imbarcazione, ma no, non è permesso approdare sull’isola, così come non è permesso approdare su nessuna delle isole dell’Arcipelago Recherche (eccezion fatta per la Woody Island).
Il Royal Hawaiian Luxury Collection Resortl, Honolulu (Hawaii)
Parliamo del Royal Hawaiian Luxury Collection Resort, noto anche come “Il Palazzo Rosa del Pacifico“. E’ uno degli hotel storici delle Hawaii: la sua apertura infatti, è datata 1° febbraio 1927, e questa struttura ha permesso alle Hawaii di iniziare l’epoca dei viaggi di lusso.
Costato 4 milioni di dollari, costruito in 18 mesi, il Royal Hawaiian Luxury Collection Resort è disposto su sei piani e dispone di 400 stanze. Si trova a Waikiki e ad oggi ha subito diverse ristrutturazioni oltre che dei necessari adeguamenti.
Al momento dell’inaugurazione, la struttura dava lavoro a più di 300 persone.
Il Palais Bulles (Palazzo Bolle) appartenuto a Pierre Cardin
Qui, Francia. A Théoule-sur-Mer, lungo la Costa Azzurra, c’è il Palais Bulles , ovvero il Palazzo Bolle. Progettato dall’architetto e designer ungherese naturalizzato francese, Antti Lovag, l’edificio – costruito tra il 1979 e il 1984 – fu commissionato da un industriale francese e poi (nel 1990) fu acquistato dal celebre stilista Pierre Cardin, che usò il palazzo quale propria dimora estiva.
Ristrutturato e inserito a pieno titolo nella lista dei monumenti storici del Ministero della Cultura francese, il Palais Bulles è stato messo in vendita dopo ben 5 anni di lavori, alla cifra (proibitiva) di 400 milioni di euro. Vista però la cifra non è stato trovato alcun compratore, e la struttura – ad oggi – viene utilizzata dalla casa di moda che lo affitta per eventi aziendali di una certa importanza.
In Florida c’è il Don CeSar Hotel
A St. Pete Beach, in Florida, c’è il Don CeSar Hotel. Una struttura nata nel 1928, dopo che Thomas Rowe acquistò nel 1924 ben 320.000 metri quadrati di terreno (per 100.000 dollari) per costruire così, il cosiddetto “castello rosa“.
L’hotel – costruito sulla sabbia – è posto sopra ad una piattaforma galleggiante fatta di cemento. In principio doveva avere sei piani, 110 stanze e sarebbe dovuto costare 450.000 dollari. Finì con avere 220 camere (e altrettanti bagni) arrivando a costare 1,25 milioni di dollari. Il suo nome, ovvero Don Ce-Sar, gli fu dato da Rowe in onore di Don César de Bazan, eroe principale dell’opera Maritana del compositore e pianista irlandese William Vincent Wallace.
Inaugurato il 16 gennaio del 1928, fu meta di F. Scott Fitzgerald, Clarence Darrow, Al Capone, Lou Gehrig e Franklin D. Roosevelt. Alla morte di Rowe, che fu improvvisa e senza testamento, la struttura finì alla moglie che – dopo anni – lo vendette all’esercito americano per 450.000 dollari.
Siamo in piena seconda guerra mondiale, e l’hotel fu così trasformato in un ospedale militare prima (1942) e in un ufficio regionale dell’amministrazione dei veterani poi (1945). Dopo l’abbandono dei veterani, nel 1969 la struttura rimase vuota: così si pensò a radere al suolo la struttura, ma prima l’opposizione dei residenti e poi una congrua offerta per l’acquisto (da perte del gruppo Holiday Inn) fece il resto.
L’hotel riaprì il 23 novembre del 1973 e ad oggi, dopo altre ristrutturazioni, il Don CeSar (questa volta senza trattino) è stato inserito nel registro nazionale dei luoghi storici.
La Muralla Roja in Spagna, che ha ispirato Squid Game
La Muralla Roja si trova a Manzanera, in Spagna ed è un complesso di appartamenti postmoderni realizzati dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill.
Finito di realizzare nel 1973, la struttura comprende 50 appartamenti di diversi tagli e su tre livelli. In tutto sono cinque impianti collegati fra loro seguendo uno schema realizzato ad hoc, mentre gli appartamenti sono stati realizzati con un telaio modulare.
Ad oggi si tratta complessivamente di un’area privata in cui è impossibile entrare, anche se la struttura è diventata una gettonatissima meta turistica: l’opera architettonica di Ricardo Bofill ha ispirato la serie tv coreana lanciata da Netflix, “Squid Game“.
Immagine di copertina: Barbie, LaPresse