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Dopo un anno in ospedale chiede di rivedere il proprio cane: medici realizzano il desiderio e si commuovono

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Pubblicato il 02/08/2023
Di Team Digital
Dopo un anno in ospedale chiede di rivedere il proprio cane medici realizzano il desiderio e si commuovono

E' accaduto all'ospedale Niguarda, a Milano. Queste foto sono la testimonianza di quale sia l'impatto degli animali in ospedale.


Se mai servisse un’ulteriore prova al valore della “Pet Therapy“, questa storia potrebbe rappresentare la prova ideale. Una possibilità, quella dell’incontro fra pazienti e animali, che diventa un toccasana per l’anima. Di fatto – come è emerso al Grande Ospedale Metropolitano Niguarda – l’accesso degli animali domestici in ospedale, è sì possibile, ma non in tutti i reparti, e – naturalmente – solo in determinate condizioni.
Ma quando Roberto, paziente del reparto di Ortopedia e Traumatologia, ha chiesto sottovoce “Vorrei tanto vedere il mio cane Buk” dopo un anno di degenza in ospedale, medici e infermieri si sono prodigati per realizzare il suo desiderio.


Il cane in ospedale, dopo un anno di ricovero: medici e infermieri commossi




Quella di Roberto e Buck o di Buck e Roberto – se vogliamo – è una storia nella storia. Perché sì, le storie sono due. Da un lato c’è quella vista con la prospettiva del paziente e del suo cane: un desiderio divenuto realtà, per entrambi, dopo un percorso lungo e complesso. La seconda storia, è che questo incontro, ha avuto la capacità di trasmettere commozione anche al personale ospedaliero, medici e infermieri in primis. Un momento intenso, un battito di ali di farfalla in grado di portare bene e affetto, ma anche felicità e speranza.
Un momento permeato dal bene dunque, quel genere di bene che ha il potere di influenzare le vite, direttamente e subito.
Una storia nella storia, appunto.


Immagine di copertina: FB Ospedale Niguarda


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