In Uganda, la banana non è solo un alimento, ma una parte integrante della cultura e della vita quotidiana. Con un consumo medio di 400 kg per persona all’anno, oltre alla sua importanza nutrizionale, è profondamente radicata nella cultura ugandese, in cui rappresenta un elemento centrale della dieta di tutti i giorni delle persone. Non c’è da stupirsi se, proprio in Uganda, precisamente nei laboratori di Kawanda, si sta lavorando su un progetto rivoluzionario riguardante una “super banana” che potrebbe trasformare il futuro di migliaia di bambini.
Il progetto Banana21 per creare la “super banana”
Il progetto, che prende il nome di Banana21, è frutto di una collaborazione tra scienziati del posto, l’esperto australiano James Dale e la Fondazione Bill e Melinda Gates, e ha portato alla creazione di una varietà di banana geneticamente modificata, particolarmente ricca di provitamina A e dall’insolito colore arancione. Per crearla, gli scienziati hanno combinato un tipo di banana chiamata Asupina, ricca di provitamina A e originaria della Nuova Guinea, con altri tipi di banane più facili da coltivare e considerate dal sapore migliore. La colorazione della “super banana” è arancione proprio a causa della sua alta concentrazione di vitamina A, la cui carenza è uno dei principali casi di morte infantile in certe aree del mondo, specialmente quelle più rurali. In questo senso, l’introduzione delle “super banane” potrebbe rivelarsi un grandissimo alleato nell’assicurare a migliaia di bambini un futuro in salute.
'Super Banana' could save thousands of lives.
— Simon Maechling (@simonmaechling) April 4, 2024
→ 250k-500k children become blind yearly.
→ Due to vitamin A deficiency.
↳ Half of them die within 12 months.
The “super banana,” named "Banana 21", was created after 20 years of research.
Scientists combined a type of banana… pic.twitter.com/2X1bUmMttx
Tuttavia, la strada per l’adozione di questa innovazione è tutt’altro che semplice. Molti agricoltori locali temono che questa nuova varietà possa minacciare le tradizioni secolari e le varietà autoctone.
Il dibattito, poi, si fa ancora più acceso quando si parla di OGM: l’Uganda, come molti paesi africani, ha una relazione complessa con le colture geneticamente modificate, ma la recente apertura del Kenya potrebbe segnare un punto di svolta anche per altri paesi del continente.
Foto: X.
