Il regista Alex Proyas, noto per il film di fantascienza del 2004 I, Robot, ha recentemente accusato il miliardario e CEO di Tesla, Elon Musk, di aver copiato i design dei robot umanoidi e dei veicoli a guida autonoma del film per i suoi progetti reali. L’accusa è nata dopo che Musk ha svelato al mondo le sue ambiziose innovazioni tecnologiche, inclusi i prototipi di robot umanoidi come Tesla Bot e le auto autonome Tesla, che, secondo Proyas, hanno una sorprendente somiglianza con i concetti visivi del suo film.
L’accusa di Proyas: somiglianze non casuali
In un’intervista recente, Proyas ha dichiarato di aver notato una “chiara ispirazione” nei design dei prodotti sviluppati da Elon Musk e dalle sue aziende. In particolare, il regista sostiene che il design del Tesla Bot, il robot umanoide presentato nel 2021 da Musk, ricorda moltissimo i robot del film I, Robot, basato liberamente sulle opere dello scrittore Isaac Asimov. Nel film, i robot NS-5, con le loro linee futuristiche ma antropomorfe, rappresentano una visione di come la tecnologia potrebbe evolvere nei prossimi decenni, anticipando una fusione tra uomo e macchina.
Proyas sottolinea che la somiglianza non è solo stilistica ma anche concettuale: i robot NS-5 del film sono progettati per assistere l’umanità, svolgendo compiti domestici e lavorativi, proprio come il Tesla Bot, che Musk ha descritto come un robot pensato per “lavori noiosi o pericolosi” che non necessitano dell’intervento umano.
A rendere la questione più controversa, Proyas ha anche puntato il dito verso i veicoli a guida autonoma di Tesla, affermando che le auto mostrate nel film del 2004 – veicoli futuristici e autonomi controllati da intelligenza artificiale – sembrano prefigurare in modo inquietante le auto a guida autonoma che Tesla ha sviluppato e introdotto sul mercato.
Secondo il regista, questi paralleli tra l’estetica del film e i progetti di Musk non possono essere solo frutto del caso. “È evidente che c’è stata una forte ispirazione, se non un vero e proprio atto di appropriazione, dei nostri concetti visivi”, ha dichiarato Proyas.
Musk e la passione per la fantascienza
Non è un segreto che Elon Musk sia un grande appassionato di fantascienza. Più volte ha fatto riferimento all’immaginario di film come Blade Runner o 2001: Odissea nello spazio come fonti di ispirazione per le sue ambizioni tecnologiche. Tuttavia, l’accusa di Proyas solleva una questione delicata: fino a che punto l’ispirazione tratta dall’arte e dalla fantascienza può influenzare il design di prodotti reali senza cadere nel plagio?
Musk non ha ancora risposto direttamente alle accuse, ma in precedenti occasioni ha espresso ammirazione per la creatività e la visione di diversi film di fantascienza, lodando il loro contributo nel plasmare la sua stessa immaginazione e visione del futuro. In passato, ha anche affermato che molti dei suoi progetti si basano sull’idea di rendere la fantascienza una realtà tangibile, portando nel mondo reale invenzioni che prima esistevano solo sul grande schermo.
Le accuse di Proyas aprono un dibattito importante su dove si trovi il confine tra ispirazione e imitazione nel mondo della tecnologia e del design. La fantascienza ha da sempre alimentato l’immaginazione di inventori, ingegneri e visionari, ma quando i concetti di un film diventano realtà, chi ha il merito? E se i confini tra immaginazione artistica e innovazione tecnologica si fondono, come si possono stabilire i diritti di proprietà intellettuale?
Al momento, non è chiaro se Proyas intenda prendere azioni legali o se la sua accusa resterà una semplice critica pubblica. Tuttavia, questa vicenda mette in luce quanto i confini tra arte e scienza possano essere sottili, e quanto le visioni futuristiche dei registi possano anticipare sviluppi che, anni dopo, diventano parte della nostra vita quotidiana.
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