Il 12 settembre del 1994 veniva lanciata una canzone destinata a diventare uno dei più grandi successi della musica degli anni ’90 (e non solo): quella canzone è “Zombie” del gruppo musicale irlandese “The Cranberries“.
“Zombie” non è una canzone come tante altre: unica, potente, graffiante, rientra nella categoria musicale del rock alternativo e post-grunge.
Non è una canzone come tante perché è un brano nato da qualcosa di profondo: Dolores O’Riordan – la cantante della band scomparsa il 15 gennaio del 2018 all’età di 46 anni – scrisse “Zombie” nel corso del 1993, proprio mentre la band era in tour. “Zombie” nasce in memoria di due ragazzi: si tratta di Jonathan Ball e Tim Parry, due giovani uccisi in un attentato dell’IRA a Warrington in Inghilterra, il 20 marzo di quell’anno. Il senso del brano è appunto questo: render chiaro ciò che era di per sé fin troppo evidente, ovvero la violenza in cui versava l’Irlanda del Nord. Proprio Dolores O’Riordan ne parlerà in questi termini.
Zombie fu scritta nello stesso periodo della bomba di Warrington nel Regno Unito. Non riguarda veramente l’Irlanda del Nord. Riguarda un bambino che è morto per colpa della situazione dell’Irlanda del Nord.
Dato il contenuto politico, “Zombie” rientrerà tra quelle canzoni capaci di esprimere la contrarietà alla guerra e alla violenza.
Primo estratto dello splendido album “No Need to Argue“, “Zombie” diventa il più grande successo della band, tant’è che entrerà nella top ten musicale di ben 25 paesi..
Nel 1995 vincerà l’MTV Europe Music Awards, all’interno della categoria “Canzone dell’anno“.
Di recente – a causa della guerra tra Russia e Ucraina – Zombie è tornata alla ribalta dopo che i manifestanti ucraini (e non solo) hanno iniziato ad intonarla contro gli invasori.
Immagine di copertina: screen dal video di “Zombie” – The Cranberries, via YouTube