In un passo significativo verso l’inclusività, Mattel ha recentemente svelato la prima Barbie non vedente della serie Barbie Fashionistas. Questa nuova bambola, sviluppata in collaborazione con l’American Foundation for the Blind, è dotata di accessori come un bastone, abiti con texture particolari e un pacchetto in braille, per aiutare i bambini e bambine con disabilità visive a identificarsi meglio con il loro giocattolo.
La prima Barbie non vedente è ora disponibile
La Barbie non vedente non è solo un giocattolo, ma un simbolo di riconoscimento e inclusione per la comunità delle persone con disabilità visiva. Lucy Edwards, attivista per la disabilità visiva, ha espresso quanto sia significativo vedere una bambola così rappresentativa, affermando che se avesse avuto una Barbie con un bastone durante la sua infanzia, avrebbe affrontato con più sicurezza il suo percorso di accettazione della cecità.
“È riconosciuto che Barbie è molto più di una semplice bambola; rappresenta l’espressione di sé e può creare un senso di appartenenza”, ha dichiarato Krista Berger, Senior Vice President di Barbie e Global Head of Dolls. “Siamo orgogliosi quindi di introdurre nella nostra linea Barbie Fashionistas la nuova bambola Barbie non vedente, rafforzando così il nostro impegno a creare prodotti che rappresentino l’appartenenza globale e l’inclusività nel mondo delle bambole”.
Accanto a questa innovazione, Mattel ha anche reintrodotto una bambola con la sindrome di Down, consolidando ulteriormente il suo impegno verso la diversità e l’inclusione nel suo ampio catalogo di bambole.
La nuova Barbie non vedente e le altre bambole inclusive della serie Barbie Fashionistas sono già disponibili.
“È stato un onore collaborare con Barbie allo sviluppo della bambola Barbie non vedente”, ha dichiarato Eric Bridges, CEO e Presidente dell’American Foundation for the Blind.” Promuovendo l’inclusività e la consapevolezza delle esperienze delle persone non vedenti e ipovedenti, il nostro obiettivo comune è quello di offrire opportunità illimitate per tutti, fino a ottenere un mondo di maggiore accessibilità e inclusione”.
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